Fabiana Clemente –Il 20 Dicembre io e i miei compagni di classe, accompagnati dalle prof. Piccione, Di Cuia e Colafiglio , siamo andati al teatro Petruzzelli, a Bari, per vedere la Bohème, un’ opera lirica di Giacomo Puccini ambientata a Parigi.
Il viaggio non mi è pesato molto perché con i miei compagni abbiamo cantato, giocato e chiacchierato e ci siamo divertiti.
Il teatro è maestoso e grande e noi ci siamo seduti in platea da dove ammiravamo tutta la sua bellezza.
In molti personaggi io ho rivisto un pezzo del mio carattere e mi hanno fatto scoprire cose che io non vorrei riconoscere in me stessa.
Abbiamo ascoltato degli acuti molto alti tanto che era impossibile non essere attenti, ti coinvolgevano completamente.
In alcuni momenti, anche a chi non piace l’ opera lirica, c’era tanta intensità da attrarre l’ interesse dello spettatore.
I personaggi principali sono Rodolfo e Mimì.
La storia parla di quattro amici e di due donne, che avevano tante speranze, ma nessuna certezza.
Mi è piaciuta molto la parte di Rodolfo quando dice a Mimì “Come vivo ? Vivo”.
Questi giovani vivono in una soffitta e non hanno nemmeno un quattrino; non sapendo come scaldarsi decidono di bruciare il dipinto di Marcello e il manoscritto di Rodolfo, ma per loro il vero calore ricevuto non era quello del fuoco, ma quello che veniva dal loro di “dentro”.
Poiché uno dei quattro amici riesce a racimolare del denaro, essi decidono di andare a festeggiare la vigilia di Natale ma Rodolfo rimane in soffitta per finire il suo articolo. Subito dopo gli fa visita Mimì, la sua vicina di casa, che gli chiede i poter accendere il suo lume.
Dopo un po’ lei sviene e perde le chiavi di casa. Quando si riprende lei e Rodolfo le cercano insieme ma ad un tratto la mano di Rodolfo finisce sulla sua e i due si innamorano.
Rodolfo le regala una cuffietta rosa , che vediamo in tutta l’ opera.
Gli amici si rivedono al caffè e Rodolfo presenta la sua amata .
Incontrano anche Musetta, l ‘ex amante di Marcello, che riesce di nuovo far innamorare Marcello.
Alla fine entrambe le coppie si separano.
Musetta mi ha insegnato che bisogna capire la vita. mentre Mimì che bisogna saper amare la vita.
Alla fine dell’ opera, al contrario dell’inizio, non abbiamo applaudito perchè tutti siamo rimasti addolorati dalla morte di Mimì, causata da una brutta malattia.
Mi è piaciuto molto anche il presentatore che, molte volte, è sceso giù dal palco e con aria scherzosa ci raccontava la storia.
È stata un’ opera molto bella e adatta alla nostra età, un miscuglio di emozioni e di sentimenti che ci fanno riflettere sul valore della vita .