di Minerva Freda (2^B) – Cara Fanny,
sono io Giacomo. Forse non ti aspetterai una mia lettera così all’improvviso o forse sarò morto quando la leggerai o forse non la vedrai mai.
È da un po’ di tempo che penso a te in un modo diverso.
Quando sono con te sembra quasi che il mondo non esista più, è come se ci fossimo solo io e te, due anime dannate che si rincorrono. Mi sono innamorato di te, e scusa se sono così diretto con le parole come non lo sono mai stato, ma ti amo per la tua bellezza, per il modo in cui educhi le tue figlie, per il tuo altruismo. Mi sono innamorato di te per i tuoi occhi neri come la pece, che sono in grado di trasmettere ogni tua emozione; mi sono innamorato di te per i tuoi capelli lunghi, castani e ricci, che adori girare tra le dita quando sei nervosa; mi sono innamorato di te per il tuo naso all’insù che arricci quando sei nervosa; e soprattutto mi sono innamorato di te per il tuo carattere dolce, ma testardo allo stesso tempo.
Amo quando poni la felicità degli altri prima della tua. Amo quando mi regali quei sorrisi che io chiamo speciali, speciali perché hanno qualcosa di magico da donarmi. Amo te che sei stata l’unica in grado di far addolcire questo cuore di pietra che mi ritrovo.
Fai stare bene la mia anima e soprattutto il mio cuore. Quest’ultimo lo hai stregato, sei diventata il mio tutto in così poco tempo. Spiegami che mi hai fatto! Perché non mi fai né mangiare e né bere? Perché mi rendi così triste? Perché non mi ami? È la domanda che più mi agita, ma in fondo ti comprendo, chi mai potrà amare uno come me? Guardami, sono malato e non sono particolarmente bello.
Sai, hai ragione, Ranieri è molto più affascinante di me e sicuramente potrà darti un futuro. Io cosa ho da offrirti? Il mio amore? E cos’è l’amore? È solo uno stupido sentimento, è solo una cosa che condanna a morte le persone. E scusami se mi contraddico, ma hai fatto bene a non volermi come tuo amante, sono povero, vado avanti scrivendo queste misere poesie che forse nemmeno verranno lette. Vado avanti disperandomi per questo amore che non vuoi accogliere tra le tue braccia, vado avanti sognandoti, poiché è solo lì che posso averti, è solo nei sogni che mi dici: ’’Giacomo ti amo ’’.
Io amo solo te e mai e poi mai ti dimenticherò. Ti amerò per il resto dei miei giorni. Ci sarà sempre uno spazio nel mio cuore che porterà il tuo nome.
Promettimi di non cambiare mai!
Sorridi perché sei bella!
Amati per quello che sei e se ti fa battere qualcosa il cuore, fallo, pur di rischiare!
Questa lettera è dedicata a te, che sei stata, sei, e sarai sempre l’unica donna della mia vita.
Per sempre tuo,
Giacomo
– (Lettera immaginaria composta da Giacomo Leopardi a Fanny Targioni Tozzetti, presentata per la sezione NARRATIVA dei Colloqui Fiorentini 2019 su G. Leopardi, dal titolo “Misterio eterno dell’esser nostro”.)