Alice D’Alessandro, IV^ AO – I.I.S. G. da Catino
di ALICE D’ALESSANDRO (IV^AO) – Mercoledì 23 maggio 2018 alcuni studenti, in rappresentanza dell’IIS G. da Catino, sono stati invitati dalla Dr.ssa Angela Greco – direttrice della Scuola di Formazione del Corpo di Polizia Penitenziaria di Roma – alla cerimonia di commemorazione di Giovanni Falcone, il magistrato ucciso da Cosa Nostra a Capaci ventisei anni fa.La cerimonia si è svolta a Roma presso la sede della Scuola di Formazione della Polizia Penitenziaria, che ha promosso il Premio “Oltre la Giustizia: il ricordo”, rivolto agli studenti degli istituti scolastici del territorio. I docenti che hanno accompagnato gli studenti sono stati la professoressa Roberta Pastorelli e il professore Vincenzo Lorefice.
Una volta arrivato a Roma – Battistini, il gruppo del “Gregorio da Catino” è stato accompagnato dalla polizia al luogo della cerimonia. All’ingresso della Scuola di polizia la Fiat Croma bianca di G. Falcone, rovinata dall’attentato, custodita in una teca di vetro in “Piazza d’Armi”, dove si è tenuto il discorso commemorativo.
L’evento è iniziato alle 10.30 con i poliziotti che marciavano accompagnati dalla grancassa. Sono seguiti la deposizione di una corona d’alloro e i ringraziamenti della Dr.ssa Greco e del Direttore Generale della Formazione.
Successivamente la cerimonia si è spostata nell’Aula magna. Tutti i rappresentati delle scuole invitate sono entrati e si sono seduti. Tra le personalità intervenute: la direttrice Angela Greco, il procuratore generale Giovanni Salvi, il magistrato distrettuale antimafia Caterina Malagoli, una preside di una scuola di Roma e una donna che aveva conosciuto Giovanni Falcone e Francesca Morvillo (la moglie di Falcone).
Ad aprire il discorso è stata proprio la donna, che ha raccontato la sua esperienza: lo vedeva come un idolo e voleva diventare come lui, e finalmente quando l’ha incontrato si è realizzato il suo sogno.
Ha raccontato della strage di Capaci ad opera di Cosa Nostra. La donna ha osservato che, anche se sono passati 26 anni da quell’episodio, in Sicilia le cose non sono cambiate, la mafia è sempre presente, tanto che le persone non sono libere di fare determinate cose. Così a turno tutte le personalità hanno fatto memoria di questo grande magistrato italiano. Si sono soffermati molto sulla funzione della Scuola, che deve educare gli studenti e formarli, sviluppando in loro la capacità di pensare criticamente e di distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è, per far sì che questi episodi criminali non si ripetano in futuro.