di Asia Panizzi Classe 3^ B . – Il giorno 16 aprile ad Oviedo in Spagna, lo scrittore cileno Luis Sepulveda, chiamato affettuosamente Lucho, è deceduto a causa della pandemia da Covid – 19. La sua scomparsa costituisce un grande lutto per la letteratura mondiale e per tutti noi lettori.
Luis Sepulveda aveva solo 70 anni e nel suo animo sicuramente c’erano ancora molte storie da raccontare.
Scrittore, ma anche giornalista, sceneggiatore, poeta, regista, ha sempre cercato di proporsi agli altri nel pieno rispetto di sé e della sua onestà intellettuale incentrando le sue azioni verso il proprio credo e spirito libero infatti queste sono sempre state caratterizzate da un forte impegno politico per il quale fu anche incarcerato e torturato per sette mesi sotto il regime del dittatore Pinochet.
Pensate che la cella che lo ospitava non permetteva di sdraiarsi ma a malapena di stare in piedi. Ebbene lui anche in quel caso non si è piegato, forte dei suoi ideali.
Un grande combattente, dunque, che però ha perso la sua battaglia contro un nemico ancora più subdolo: l’invisibile e terribile Coronavirus.
Tutti noi siamo cresciuti sulle parole della novella “La Gabbianella e del Gatto che le insegnò a volare”, portata sul grande schermo attraverso un bellissimo film d’animazione italiano.
Credo sia stato uno dei primi libri che ho ricevuto in regalo, quando ero ancora bambina. Questo libro è ancora in bella vista nella mia libreria come sicuramente in molte altre di grandi e piccini, proprio perché il messaggio di questa tenera ‘favola’ sull’amore incondizionato è universale e senza tempo. Credo che in suo onore lo rileggerò presto.
Grazie per l’eredità che ci hai lasciato, e Adios … Lucho!
Oltre all’articolo dedico anche il disegno che ho fatto in suo ricordo.