di Michelangelo Suma. Classe 4^ AE. –
Il 12 agosto 2022 si è spento nella sua casa a Torino a causa di complicazioni cardiocircolatorie l’ex calciatore Claudio Garella. Di ruolo portiere, Garella cresce nel settore giovanile del Torino, sua città natale, riuscendo anche ad esordire con la maglia granata. Dal 1973 al 1975 gioca con la maglia della Juniorcasale, riuscendo ad ottenere la promozione in Serie C. Dopo una breve esperienza in Serie B con il Novara, Garella lascia il Piemonte nel 1976 per passare alla Lazio. Durante la sua prima stagione non gioca, ma in quella successiva diventa il titolare della porta biancoceleste. La sua esperienza a Roma non è esaltante, tantoché dopo alcune prestazioni negative, la curva lo soprannominò Paperella, un epiteto non proprio gradevole. Dal 1978 per lui iniziò un’enorme gavetta che lo portò a vestire la maglia della Sampdoria in Serie B. Dopo 3 anni trascorsi a Genova, nel 1981 veste la maglia del Verona, con la quale centra subito la promozione in Serie A. Con il Verona farà la storia, poiché riuscirà a vincere lo scudetto nella stagione 1984-85: era il favolosoVerona allenato da Osvaldo Bagnoli. L’anno dopo Garella passò al Napoli di Maradona, con il quale vinse nuovamente lo scudetto nella stagione 1986-87. Proprio in quella stagione viene soprannominato dai suoi estimatori con il nomignolo Garellik. La stagione 1987-88 fu la sua ultima con la maglia del Napoli. Successivamente giocò due stagioni con l’Udinese, per poi chiudere la sua carriera con la maglia dell’Avellino nel 1991. Era famoso per la tendenza a parare con ogni parte del corpo, prevalentemente con i piedi, che gli permetteva di fare interventi molto efficaci. A volte, però, questo metodo coincideva con errori evitabili, che vennero definiti ‘Garellate’. Per riassumere in poche parole lo stile di gioco di Garella e per ricordarlo un’ultima volta, vorrei citare una frase dell’avvocato Agnelli: “Garella è il più forte portiere del mondo. Senza mani, però”.