di Prof. Pier Vincenzo Rosiello – Intervista a Samuele Celommi, alunno della classe V^BU (Sc. Umane) dell’I.I.S. G. da Catino a.s. 2017-18
- Lo scorso anno eri dei nostri? Adesso che fai? Ti va di parlarcene? Sì, lo scorso anno era ancora dei vostri.Finito il quinto ero sicuro della scelta del percorso di studio universitario, volevo laurearmi in Storia all’università La Sapienza di Roma, più nello specifico in storia medievale; il curriculum di studi comprendeva anche discipline come l’antropologia e la storia delle religioni. Tutto è cambiato improvvisamente, mi sono interessato all’archeologia, mi aveva sempre affascinato il mondo antico, ma non avevo mai approfondito e la curiosità mi ha spinto ad iscrivermi al corso di Scienze archeologiche. Un po’ devo ammettere che ha aiutato una malsana concezione sulla caducità della vita che ho maturato in questi anni, e cercare di preservare la memoria, come traccia di un’esistenza altrimenti dissolta nel nulla, è diventato un tratto essenziale del mio agire; aggiungo che la storia delle origini ci aiuta a comprendere l’uomo più a fondo secondo me. L’impatto con l’archeologia è stato strano, un misto di credenze che avevo perduto nel nulla e tante scoperte che mi hanno dato lo stimolo per affrontare un mondo totalmente diverso da quello liceale, sopratutto nelle responsabilità e nell’autonomia personale.
- Come ti sei trovato al liceo? Hai voglia di raccontarci la tua esperienza? Al liceo ho trovato tanti piaceri e qualche dispiacere, i primi anni ero una persona notevolmente scontrosa e questo non mi ha permesso di vivere in un clima sereno, cosa che è cambiata con il tempo grazie ad incontri importanti avvenuti tra quelle mura. Ho avuto spesso professori che hanno instaurato con me e con la mia classe un rapporto aperto al dialogo, sempre con i limiti del caso e con le dovute differenze di ognuno, ma sono molto felice dei ricordi che preservo. La cosa che non ho mai apprezzato è come la scuola si presentava a livello estetico, non che fosse sporca, ci mancherebbe, ma mancava per me di colori e di piccoli dettagli che l’avrebbero resa un luogo più accogliente. Ho incontrato anche qualche difficoltà nell’accettare una totale negligenza di una parte consistente degli studenti per le tematiche scolastiche e sociali, che si possono affrontare in spazi come le assemblee d’istituto. In classe era diverso, si affrontavano i temi interessati e presi dalle discussioni che si accendevano, anche con un “pizzico” di esagerazione come qualcuno ricorderà.
- Qual è il tuo giudizio sulla scuola? Ti senti soddisfatto della preparazione ricevuta? Il mio giudizio sulla scuola è positivo ma secondo me mancano più iniziative interessanti e costruttive come quella del giornalino, in cui si mettono in campo i saperi acquisiti in schemi nuovi che pongono difficoltà, ma permettono di crescere. Mi sento parzialmente soddisfatto, non certo perché i professori mancassero di impegno e preparazione ma più per una mia tendenza a non costruire con metodo strutturato una conoscenza organica.
- Questi cinque anni sono passati in fretta o lentamente? Ricordi qualcosa in particolare? I cinque anni sono volati via velocemente, ancora non riesco a credere di non essere più tra quelle mura e in quei contesti. Ricordo le risa innocenti in classe, spensierate, ricordo i dibattiti più accesi, le battaglie che ho personalmente combattuto. In particolare ricordo il giorno in cui entrò il professore di filosofia in classe, per la prima volta, ero timido e mi sentivo in soggezione ma ero anche felice, mi aveva colpito il suo essere “diverso”, cosciente di esserlo. Dopo tanti anni mi rimane il suo amore per l’insegnamento, la sua gioia di vivere e il bene reciproco che sentiamo.
- So che hai partecipato attivamente al giornalino d’Istituto. Qual è la tua opinione su questa iniziativa? Per quello che ho visto e vissuto può ed è sicuramente uno spazio di confronto fondamentale, in cui lo studente è attivamente impegnato in un lavoro stimolante, ricco di esperienze. Si esercita la lingua attraverso la scrittura, la ricerca delle fonti è utilizzata ed è uno strumento utilissimo in ogni campo, si dà spazio alle idee, che dovrebbero essere al centro di qualsiasi attività culturale, e alle emozioni, che sono imprescindibili per qualsiasi passione che si porti avanti.