di Camilla Rebonato – Quest’estate ho avuto la meravigliosa opportunità di trascorrere 2 mesi in Sud Arfrica e questo mi ha permesso di interfacciarmi con una cultura, un ambiente ed un sistema scolastico totalmente differenti da quelli italiani.
La scuola ha occupato la maggior parte del mio tempo, per questo mi piacerebbe spiegarvene la struttura e le particolarità: per i più piccolini troviamo la pre-primary, che è facoltativa e dura 2 anni, sarebbe cioè l’equivalente della scuola materna italiana; segue la primary, scuola elementare più medie, che dura 7 anni; infine si passa all’ high school, le superiori, della durata di 5 anni, come da noi.
Gli anni vengono chiamati Grade (grado) e si contano partendo dalla primary fino ad arrivare all’high school: se ad esempio noi diciamo ‘5° superiore’ in Sud Africa intendono Grade 12. Cominciano a studiare a 7 anni e finiscono a 18, ma, visto che per entrare all’università devono averne minimo 19, là i ragazzi sono obbligati ad un anno sabbatico, che solitamente utilizzano come anno da passare all’estero.
Gli studenti hanno delle materie obbligatorie come matematica, inglese, seconda lingua e life orientation, ma per il resto possono scegliere ciò che più preferiscono tra: arte, musica, ragioneria, cucina, design, biologia, scienze, fisica, informatica, etc. Possono cambiare le materie ogni anno, anche se viene consigliato loro di mantenere un filo logico nel percorso. Alla maturità porteranno comunque le materie che hanno scelto l’ultimo anno.
La nostra educazione fisica non c’è e viene sostituita da due giorni ogni tre mesi, quando vengono presentati diversi sport: netball, dodgeball, yoga, fitness, ect. Questo avviene in conseguenza al fatto che la scuola pretende la scelta di sport obbligatori, i cui risultati ricadono sul voto della maturità. Vi sono sport invernali (hockey e netball) ed estivi (waterpolo e soccar) e ovviamente bisogna essere iscritti ad almeno uno per ogni stagione. Ogni scuola è famosa per gli sport in cui eccelle, per esempio una scuola che ha una squadra forte di hockey, probabilmente non ne organizzerà una di rugby. Le varie scuole si scontrano in tornei sportivi tutti i sabati e ovviamente è sempre bello portare a casa la vittoria.
L’orario è piuttosto pesante, se pensiamo che si torna a casa alle 3 tutti i pomeriggi tranne il venerdì e che almeno 2 pomeriggi la settimana si ha un’ora e mezza di allenamento sportivo, ma ci sono 2 ricreazioni molto lunghe (20 min l’una) e le lezioni non sono poi così toste: il più delle volte vengono assegnati progetti o si leggono libri o testi, le spiegazione sono brevi e interattive e poi, ammettiamolo, poter scegliere le materie è molto più coinvolgente e interessante che dover frequentare una scuola con un piano di studio fisso e spesso poco vicino alle passioni dello studente.
Ogni settimana viene fatta un’assemblea d’istituto in cui vengono date le eventuali comunicazioni. Non si hanno i rappresentanti di classe, ma dei Prefects, ovvero studenti dell’ultimo anno che controllano che le regole vengano rispettate, rivestendo il ruolo di guide per coloro che necessitano di un aiuto o che hanno una qualsiasi richiesta. Sono sempre loro che possono dare una detention (punizione); vengono votati dagli studenti con 2 votazioni anonime: coloro che ottengono il punteggio massimo in entrambe saranno a tutti gli effetti …Prefetti!
Le vacanze vengono suddivise in modo molto diverso: sono infatti spalmate su tutto l’anno scolastico e non durano mai più di 3 settimane per volta.
Spero di non avervi annoiato, ma anzi di aver acceso la vostra curiosità sulle differenze di quel modello di istruzione, visto che sono sempre le differenze ad arricchirci.
Camilla Rebonato