Di Redazione
Ci sono uomini la cui gloria è fatta di umiltà e di profonda umanità.
Don Antonio Bello, per tutti Don Tonino – come amava lui stesso farsi chiamare da tutti – era uno di loro.
A 26 anni dalla sua morte, la Puglia tutta, ancora lo ricorda e lo celebra come uno dei suoi più efficaci testimoni di pace, di solidarietà e di vera fratellanza.
Vescovo di Molfetta – Giovinazzo – Terlizzi, presidente e guida del movimento Pax Christi, attivista ostinato nella promozione di percorsi e azioni di pace, Don Tonino richiama ancora oggi attorno a sé tanta gente pronta e felice di ricordarlo per quanto ha compiuto, per quanto ha detto e soprattutto per come la sua esperienza umana ha permesso a molti di innescare in se stessi un cambiamento di prospettiva, di pensiero e soprattutto di stile di vita.
Lui era il vescovo che si permetteva di dare alla sua comunità “Auguri scomodi” nel giorno di Natale: auguri che indicavano a tutti quale fosse la strada da seguire per una vera condivisione, pronti a raccogliere lungo questa strada tutti coloro che sostano stremati negli angoli più bui, schiacciati da sofferenze spirituali. Lui era il vescovo che intendeva traghettare la Chiesa e la società attenta ai “Segni del potere” verso il “potere dei segni”, e lo faceva appoggiandosi al suo pastorale fatto di legno o aprendo sempre la porta del suo palazzo a chi ne aveva più bisogno, in qualsiasi momento della giornata, fosse anche di notte. Lui era il vescovo della “Chiesa con il grembiule”: lo stesso uomo che ha marciato con 500 volontari dentro la città di Sarajevo da giorni sotto assedio serbo per tentare di fermare la follia della guerra, con la sola forza del suo grembiule e del suo sorriso.
Era un sorriso grande e profondo: il sorriso di un gioioso cristiano che è riuscito a gioire nonostante fosse stato aggredito, negli ultimi anni della sua vita, da un feroce tumore. Un male che non gli ha di certo impedito di divulgare il messaggio del vangelo fino ai suoi ultimi istanti di vita e anche oltre.
Il suo messaggio e il suo esempio sono ancora oggi strettamente allacciati al mondo della cittadinanza attiva e dell’educazione, ed è per questo che l’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Mons. Antonio Bello” con l’USR Puglia e l’Assessorato alla formazione e al lavoro della Regione Puglia ha promosso la II edizione del concorso DON TONINO BELLO PROFETA ED EDUCATORE DI PACE. Il tema scelto è Sentinelle di Pace e ha l’obiettivo di far conoscere ai giovani l’impegno educativo del vescovo di Molfetta, le sue riflessioni e scelte a favore di temi come la pace, la giustizia, l’inclusione e l’Intercultura.
Il progetto è rivolto alle scuole di ogni ordine e grado della regione Puglia, e si articola in due fasi: la fase della formazione e la fase del concorso vero e proprio.
Per quanto riguarda la fase della formazione, le scuole aderenti al progetto sono chiamate a riflettere su vari temi quali: Pace e donna, Pace e differenze, Pace e lavoro, Pace e famiglia, Pace e povertà.
Una scuola per ogni provincia si è quindi impegnata a strutturare e a presentare al territorio degli incontri incentrati sulle tematiche suindicate, che mettessero in risalto quanto predicato dal vescovo attraverso testimonianze e momenti di riflessione.
Per la provincia Barletta – Andria – Trani, la Scuola Statale di I grado “Vaccina” di Andria ha proposto un incontro di formazione avente per tema Pace e famiglia.
L’incontro si è svolto presso l’auditorium della stessa sede scolastica dove sono intervenuti come relatori S.E. Mons. Luigi Mansi, vescovo della diocesi di Andria – Canosa – Minervino; Rosa Siciliano: direttore editoriale del giornale “Mosaico di Pace” – giornale fondato dallo stesso Don Tonino Bello, il dott. Sergio Ruggeri, consulente familiare, ed infine Elvira Zaccagnini direttrice delle “edizioni la meridiana”.
L’incontro si è aperto con il saluto della dirigente Francesca Attimonelli che ha contestualmente ricevuto il testimone dell’alberello di ulivo dalla dirigente dell’IT “Notarangelo – Rosati” di Foggia: Irene Sasso. Insieme all’alberello, simbolo di pace che unisce tutta la comunità educante della Puglia, è stato consegnato anche una tessera del puzzle che contribuirà poi nell’evento conclusivo a comporre la parola PACE.
Il momento si è inoltre arricchito di un’ esibizione canora del coro della Scuola “Vaccina”. Guidati dagli Insegnati Graziano Santovito e Gianpiero Grilli, gli alunni hanno eseguito una versione cantata di una delle più celebri preghiere di Don Tonino: “Un’ala di riserva”, permettendo così a tutti di partecipare a questo momento di riflessione sul vescovo di Molfetta non solo con l’intelletto ma anche con il cuore.
Gli interventi che si sono susseguiti hanno messo in risalto l’ impegno per la pace di don Tonino; un agire radicato costantemente nella preghiera condivisa, innestato nelle proteste creative della Nonviolenza. Un impegno per la pace che può realizzarsi solo se si è disposti alla “convivialità delle differenze”. Una convivialità che si costruisce partendo da un’azione educativa consapevole, annodata ad una nuova idea di famiglia, intesa come laboratorio di pace. Una nuova famiglia disposta a riconoscere e affrontare le differenze di genere e di generazione all’interno della stessa, attraverso relazioni vere e sincere, disposta anche a collaborare con la scuola, che come ha sottolineato la dirigente Attimonelli è “da sempre considerata come il primo esercizio di democrazia che i giovani vivono nella loro vita”.
Un progetto, dunque, che invita tutti a rinnovare la propria vita, accettando di sacrificarsi per gli altri. Pronti quindi a rigenerarsi come facevano gli ebrei nell’antico testamento, quando a primavera eliminavano il vecchio lievito mangiando per una settimana solo degli azzimi; gli stessi azzimi di verità e di sincerità con cui San Paolo invitava a celebrare la festa di Pasqua, gli stessi che occorrono per preparare oggi tutti insieme la “convivialità delle differenze”.