A cura della classe 2^B-
Caro Giovanni,
il 23 Maggio di ogni anno, articoli di giornale, trasmissioni televisive, pagine di libri, foto e video, riportano alla memoria uno dei capitoli più tristi della nostra storia: “l’Italia del disonore”.
Un anno di sangue, il ’92, durante il quale Cosa Nostra ha annientato i suoi nemici, nel tentativo di piegare lo Stato e di terrorizzare il popolo siciliano e non solo.
La mafia ha attaccato Te, cittadino onesto, simbolo della lotta alla malavita, pilastro delle nostre speranze, patrimonio prezioso delle coscienze della nostra nazione e non solo. Con mille chili di esplosivo Ti ha scagliato in quella voragine che Ti ha inghiottito, ma alle cui pareti ci siamo aggrappati, se pure con mani lacerate e gambe graffiate, per risalire fino ai suoi bordi, a “riveder le stelle”. A rivedere quella luce che ci ha dato la forza di reagire, trasformando la rabbia nella decisione e nella volontà di comprendere il Tuo esempio, perché non si vanificasse il Tuo sacrificio.
Specialmente noi ragazzi siamo consapevoli del fatto che spetta a chi resta dare un senso alla Tua morte che, da quel triste giorno, è diventata pungolo costante per le nostre coscienze.
Siamo fermamente convinti che, per combattere la Mafia, che è prima di tutto una cultura ed una mentalità, sia necessario informarsi, conoscerla, vincerla sul piano delle idee. E in questo la scuola svolge un ruolo determinante, perché essa, attraverso le sue numerose attività didattiche, riesce a instillare nella mente dell’alunno il prezioso nettare della coscienza civica e del coraggio: il suo obiettivo è insegnare a vivere nel rispetto di sé e degli altri, per sopprimere in embrione il demone della Mafia.
Tu sei diventato il “nostro giudice”, nessuno deve e vuole dimenticarTi. Ognuno di noi si impegna fin d’ora a scegliere la strada dell’onestà e a continuare a credere in quegli ideali e in quei valori di giustizia e di libertà, che neanche quei 1000 kg di tritolo sono riusciti a cancellare.Le Tue idee continueranno a camminare sulle nostre gambe, perché attingeremo sempre dalla memoria, per costruire il nostro futuro sulla strada della legalità.