Di Giulia Borrelli 2^D
La Divina Commedia è una rappresentazione di ogni vizio, virtù, sentimento, reazione e peccato dell’animo umano. Chiunque può ritrovare se stesso nei personaggi descritti e rivivere sensazioni comuni ed è per questo che artisti di ogni genere prendono spunto dalle parole dell’autore per le proprie canzoni, trovando nei versi del poeta ispirazione per descrivere situazioni sempre nuove a seconda del periodo storico.
La canzone “Argenti vive” di Caparezza è un esempio di come l’opera dantesca stimoli nuove composizioni anche a distanza di secoli. Il cantante reinterpreta l’ottavo canto dell’inferno dal punto di vista di Filippo Argenti posto da Dante nel 5 girone infernale, quello degli iracondi. Caparezza basa la sua canzone sulla curiosa scelta di Dante di posizionare all’inferno personaggi storici ancora vivi con i quali non era in buoni rapporti e il personaggio di Filippo Argenti è furioso per essere stato posizionato in una viscida palude dal suo “nemico”.
Anche brani rock come “Charon” di King Diamond prendono spunto dalla Divina Commedia, in questo caso si fa riferimento al famosissimo traghettatore di anime per simulare l’atmosfera “infernale” del singolo. Nell’ambito rock oltre a “Charon” ricordiamo: “Medusa” degli Anthrax, “Dante’s inferno” degli Iced Heart e “Underworld” dei Simphony X.
Franco Battiato nel brano “Testamento” tra le “cose” che lascia in eredità ai viventi pone anche un concetto per lui essenziale, quello della conoscenza come mezzo per l’elevazione dello spirito e per spiegarlo utilizza i versi del sommo poeta “Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguire virtude e canoscenza“
Jovanotti invece utilizza il celeberrimo verso del canto 5 dell’inferno “amor ch’a nullo amato amar perdona” nella sua canzone “Serenata rap” con un tono ben più allegro della storia di Paolo e Francesca a cui si riferisce. Lo stesso verso è stato utilizzato anche da Antonello Venditti in uno dei suoi brani più conosciuti: “Ci vorrebbe un amico”.
Infine i Radiohead omaggiano Dante in uno dei titoli contenuti nell’album “Hail to the Thief”. La band ha scelto infatti di inserire sottotitoli o titoli alternativi per ogni traccia trasformando così la traccia “2 + 2 = 5” in “The Lukewarm” in riferimento agli ignavi del terzo canto dell’Inferno.
L’opera dantesca a distanza di così tanto tempo continua a stimolare artisti in tutto il mondo con i suoi versi, riconfermandosi continuamente come una pietra miliare della letteratura italiana e un patrimonio da custodire con cura e di cui andare fieri.