di Maria Tea Santagiustina Classe 2^A. – Ho scelto di scrivere quest’articolo oggi perché mi capita spesso di ritrovarmi la mattina con un sogno ancora impresso nella mente, e certe volte mi diverto a pensare che dietro a tutta questa stranezza ci sia in fondo una sottile verità. Durante l’arco dell’intera nostra giornata, per vari motivi ci troviamo ad essere profondamente concentrati e a pensare freneticamente, senza poter dare tregua al nostro cervello che, in molti casi, se troppo stressato, può avere anche gravi danni. Quando però arriva la notte, nel recarci a letto e incominciamo a rilassarci e prendiamo sonno, si apre davanti a noi la speranza di sfuggire alla frenesia della vita e a tutte le difficoltà a cui quest’ultima ci mette di fronte. La notte diventa così proprio il momento in cui noi spegniamo i riflettori della coscienza razionale, il cervello si sente libero di avere il comando sui nostri pensieri e in questo modo nasce probabilmente il nostro inconscio. Durante la nottata, noi attraversiamo vari momenti in cui il nostro cervello crea delle immagini che noi non riusciamo a comprendere o che comunque sentiamo distanti da noi, esse sono i sogni. Tutti sognano, anche se pensano di non farlo. Per la maggior parte dei casi è così, infatti l’inconscio non ci permette di renderci conto di ciò che stiamo vivendo nella nostra mente. Molti studiosi hanno cercato in tutti i modi di interpretare i sogni, ma l’unico che forse è riuscito ad avvicinarsi di più alla sua verità è stato lo psicologo e neurologo austriaco Sigmund Freud, vissuto nei primi anni del ‘900. In base ai suoi studi formulò la teoria “Il potere dei sogni” la quale costituisce il fondamento della psicanalisi, che analizza le strutture fisiche della mente e del corpo umano. Si comprese così che i sogni provengono dalla parte più saggia di noi stessi, e in alcuni casi, se riusciamo a rilevarli, possono anche darci degli utili insegnamenti. Si capì anche che l’interpretazione dei sogni era molto importante per l’equilibrio biologico e mentale dell’uomo. Essi costituiscono un loro modo per “parlarci” che si differenzia molto da quello che noi utilizziamo tutti i giorni. Da Freud in poi gli psicologi hanno portato avanti molti studi sul sogno ed hanno notato che esso a volte utilizza dei residui diurni e cioè attinge a fatti accaduti da poco o nei giorni immediatamente precedenti. La mente così durante il sogno si avvale di questo materiale e lo maschera deformandolo nel desiderio che vuole appagare. E’ anche vero che alcuni sogni non attingono alla realtà, però non dobbiamo preoccuparci se non riusciamo a comprendere da dove derivino, perché la mente durante la notte tende ad alterare i nostri ricordi.