INTERVISTA ALLA POETESSA E PITTRICE FLORIANA PORTA//
Artista che pubblica i suoi scritti per la casa editrice AG Book Publishing di Roma//
Intervista degli alunni del laboratorio del progetto “A Scuola di Giornalismo”//
Istituto “Martin Luther King” di Caltanissetta guidato dalla preside prof.ssa Rosa Cartella//
Referente del progetto “A Scuola di Giornalismo” il docente Salvatore Siina//
Caltanissetta, giovedì 4 Marzo 2021//
Incontriamo la nostra poliedrica artista, accompagnata nell’occasione dall’editrice Angela Cristofaro, in modalità telematica su “Meet GSuite”. Il maestro Salvatore, dopo aver porto i saluti della nostra preside, ha coordinato gli interventi. L’evento è stato articolato nel seguente modo: due domande concordate, dopo aver letto la biografia e le opere dell’autrice, e poi la declamazione di due haiku, in ordine alternato (totale 21 domande) e, alla fine dell’incontro, delle domande spontanee da parte di noi piccoli giornalisti. Molti haiku declamati da Floriana Porta sono stati tratti da “In un battito d’ali”, sono poesie dedicate alle stagioni. Altri haiku appartenevano ai volumi “Quando sorride il mare” e “Il Giappone in controluce”. //
Ecco, di seguito le domande da noi poste: //
- Chi è Floriana Porta? (Veronica Viola)
Me lo chiedo tutti i giorni, quando creo ho il dono di sapere scrivere e disegnare. Vado direttamente con la scrittura e con il pennello. Tutto può essere arte, tutti abbiamo un talento, basta farlo venir fuori. Mi definisco un’appassionata sperimentatrice di linguaggi artistici e poetici, sempre a caccia di nuove idee. Utilizzo varie tecniche, mescolandole insieme per creare e inventare un qualcosa che parli di me. Ogni opera deve infatti contenere una traccia di me, della mia personalità, una sorta d’
impronta del mio sentire. E per rendere possibile questo processo creativo sono dell’idea che le tecniche non bisogna limitarsi ad utilizzarle ma bisogna scoprirle, analizzarle, sviscerarle.
- Cosa vuol dire “scrivere” per Lei? (Lucia Marotta)
Scrivere è come vedere una luce lontana davanti a sé che illumina uno spazio tutto buio, è fare luce in un mondo oscuro.
- Cosa vuol dire “disegnare” per Lei? (Carlotta Giuffrida)
Disegnare è il momento più bello della mia giornata. Prendo il mio album di fogli e il materiale che mi serve, sistemo il tutto sul tavolo. La mano segue la mente., il disegnare è un processo creativo che nasce quando si creano determinati presupposti, è guidato dal cuore, nasce così l’opera d’arte. Solitamente tutto ciò è preceduto da un lampo, un “flash” come lo chiamo io, un’illuminazione improvvisa nella mente sulla quale poi rifletto e lavoro.
- Scrivere e dipingere, dipingere e scrivere possono stare insieme? (Vittoria Iacona)
Nel mio caso si perché quando scrivo è come se dipingessi, e quando dipingo è come se in un certo senso seguissi un determinato linguaggio. Scrittura e pittura si uniscono dentro di me in un unico processo creativo e non ho mai capito quale delle due arti abbia più forza, più potere diciamo dentro di me. Sono due strade esattamente parallele, che a volte s’incrociano e a volte prendono percorsi differenti, ma alla fine, a pensarci bene, si fondono quasi sempre in un solo e unico cammino. La prima poesia che scrissi la dedicai a mio nonno.
- Com’era Floriana Porta a 8 anni, cioè alla nostra età? (Francesca Giacalone)
Disegnavo e scrivevo tutto il giorno, ero attirata dalla natura ma mi concentravo soprattutto sulla figura umana, quella femminile. Era il periodo che alla domanda “Cosa vuoi fare da grande” rispondevo “La stilista di moda” perché mi immaginavo a dirigere un’importante azienda di moda e creare bozzetti tutto il giorno. Poi la moda ha lasciato spazio all’arte, e da quel giorno fa parte di me e mi scorre nelle vene. A voi bambini consiglio di scrivere sempre su un diario, un quadernino i vostri pensieri è un modo per allenare la mente. Io disegnavo da bambina e mostravo i miei lavori al mio papà. Egli era un artista come me e approvava i miei disegni.
- Cos’è e dove possiamo trovare la “Grande Bellezza”? (Valeria Mosca)
La “Grande Bellezza” è dappertutto, chi abita nelle grandi città può ammirare gli antichi palazzi, i monumenti, le statue, i parchi pubblici; chi abita in campagna può ammirare la natura, correre in un prato e la bellezza si mostrerà magicamente ai suoi occhi: fiori, erba, luce, profumi, tutto vi parlerà di bellezza. Ma la “Grande Bellezza”, quella più vera, pura e autentica, è nelle piccole cose, l’haiku ce lo insegna.
- Come nasce il suo interesse e la sua passione per il Giappone? (Emma Capizzi)
Nacque a scuola, a seguito di un disegno a tempera che dovevo fare come compito e scelsi, tra i tanti soggetti che potevo liberamente scegliere, un samurai. Mi attirava questo guerriero e la bellezza della sua armatura. Per anni non mi occupai più di Giappone. Poi quando quasi per caso, mi avvicinai alla poesia haiku mi si aprì un mondo poetico tutto nuovo e riconobbi nel Giappone, per una serie di coincidenze, la mia personale idea di natura e di bellezza.
- Che differenza c’è tra haiku e tanka? (Giovanni Amico)
Oltre alla differenza di numero di sillabe, che avrete già studiato con il maestro Siina, haiku e tanka hanno due diversi approcci rispetto al significato profondo di poesia, almeno questo era così nell’antichità. Oggi sinceramente non trovo più grandi differenze se non quelle riferite – come dicevamo prima – al diverso numero di sillabe (rispettivamente diciassette e trentuno). Il poeta occidentale ha comunque stravolto determinati concetti, inevitabilmente. Sta a noi mantenere alta una certa fedeltà alla tradizione.
Si tratta di un discorso molto lungo e complesso che potrete riprendere tra qualche anno, senza problemi. Vi consiglio di scrivere molto e di non aver paura di sbagliare. Un vero haijin (scrittore di haiku) infatti prova e riprova. A questo proposito mi viene in mente una bella frase di Gianni Rodari: “Spesso gli errori non stanno nelle parole, ma nelle cose. Bisogna correggere i dettati, ma bisogna soprattutto correggere il mondo. Il mondo sarebbe bellissimo se ci fossero solo i bambini a sbagliare.” La trovo stupenda!
- Col maestro Salvatore abbiamo prodotto molti haiku, essi hanno una struttura rigida 5-7-5 sillabe, ciò dipende dalla cultura orientale dove le regole sono uno stile di vita? (Elena Azza)
Si, perché la scrittura orientale – e la filosofia zen alla quale si rifà – è rigorosa, unica e metodica. Ma soprattutto è diretta e concreta.
- Il titolo di un suo libro “Quando sorride il mare” contiene una personificazione gioiosa. Possiamo ancora ritrovare la gioia in questo mondo? (Desire’e Scichilone)
È il compito di ognuno di noi dare importanza alle cose positive, quelle che ci danno gioia. I bambini in questo sono dei grandi maestri: sanno scovare brio e felicità nelle cose più semplici. Voi infatti insegnate tanto a noi grandi! Io sono madre, poetessa, il mio compito come persona è di trovare la gioia per tutto quello che faccio e consiglio ciò anche a voi.
- La figura femminile è importante nei suoi scritti e nei suoi quadri? (Elena Pilato)
Direi che tutto il mio universo creativo (pittorico e poetico) ruota attorno alla figura femminile. Mi sono sempre concentrata sulla donna, fin da piccola, e ora che sono grande continuo ad analizzarne ogni aspetto, interiore ed esteriore. Spesso disegno la figure femminili di spalle, le elaboro contornate, misteriose.
- Noi alunni abbiamo aderito all’evento “Haiku Day per le donne”, inviando delle poesie sul tema, riflettendo sull’argomento donna, secondo lei la donna ha raggiunto davvero la parità rispetto all’uomo? (Ludovica Bellomo)
No, purtroppo esiste ancora un divario, una disparità tra uomo e donna, non solo a livello retributivo, cioè riguardante il guadagno mensile sul lavoro. Le diseguaglianze si registrano su vari livelli e si configurano come un danno per la società intera, non solo per le donne.
- Ci descriva in poche parole il libro di haiku per bambini. (Gaia Lo Maglio)
Un libro di haiku per bambini deve necessariamente, per contenuti e struttura, essere vicino ai bisogni, alle esigenze e ai sogni dei bambini. Al centro del mio libro “In un batter d’ali” c’è lo stupore, la luce viva e lo sguardo autentico di ogni bambino di fronte alla bellezza e alla magnificenza della natura che lo circonda.
- C’è un haiku in particolare che la rappresenta? (Sara Mosca)
Bella domanda! Ne ho scritti talmente tanti che diventa difficile per me dare una risposta ma se dovessi sceglierne uno in questo momento che maggiormente mi rappresenti sceglierei questo:
come un sogno –/
essere già in volo/
e non saperlo/
- Nei suoi haiku c’è più Giappone o più Italia? (Emanuele Peregrino)
Tutti e due i paesi: il Giappone si nasconde nelle geishe e nelle donne misteriose, spesso di spalle, che nascono e abitano le mie opere, insieme ad una natura incontaminata che ci regala spettacoli unici. L’Italia invece si manifesta nella sua grande potenza come lingua, arte e cultura. Il mio processo formativo mi ha portato ad occuparmi e ad apprezzare l’arte antica dei greci e dei romani.
- L’uso dei nuovi mezzi di comunicazione tipo Internet, Facebook, il suo Blog, i social l’hanno aiutata a diffondere le sue opere? (Nicole Matraxia)
Si, moltissimo: Facebook soprattutto mi ha messa in contatto con artisti e poeti con i quali ho quotidianamente rapporti artistici ma soprattutto umani. Oltretutto adesso, in piena pandemia, internet ha assunto un ruolo molto importante per quanto riguarda la diffusione dell’arte, essendo chiusi i musei e le gallerie d’arte in molte regioni. Cultura e arte grazie ai social possiamo dire che non hanno più limiti né confini!
- Ci parli, in breve, del suo rapporto con la casa editrice AG Book Publishing. (Ginevra Amico)
Sono ormai parecchi anni che collaboro con la casa editrice AG Book Publishing, dal mio primo libro pubblicato con loro, cioè “Quando sorride il mare”, una silloge di poesie e haiku tutta dedicata al mare. Non è stato facile concentrare tutti i versi in un unico tema, era un azzardo, e non volevo cadere nella pesantezza di un libro monotematico. Penso però di non essere caduta nel tranello e di aver sviluppato ogni elemento marino con originalità. Il mare poi si presta, con le sue profondità, misteri e sfumature, a mille interpretazioni.
Ringrazio Angela che ha sempre creduto in me; è grazie a lei che ho intrapreso la mia carriera di scrittrice.
- Il suo più grande sogno. (Ginevra Cancemi)
Fare una mostra, pandemia permettendo. Il mio sogno è anche quello di riuscire ad esprimere tutto ciò che provo e che mi rappresenta attraverso la mia scrittura e la mia pittura.
- La poesia che non ha mai scritto a chi la vorrebbe dedicare? (Giovanni Amico)
È una domanda che mi ero fatta anch’io qualche anno fa, poco dopo la scomparsa di mio padre. Lui era un faro per me, un punto di riferimento molto importante, sia dal punto di vista affettivo sia artistico, mi dava sempre ottimi consigli e sapeva spiegare con semplicità anche i concetti più complessi; questo era uno dei suoi più grandi doni, che spero di avere avuto in eredità. La risposta alla tua domanda, caro Giovanni, è questa: la poesia che non ho mai scritto – e forse mai scriverò – è quella dedicata per mio padre, perché nessuna parola, nessun verbo, niente cioè potrebbe incarnare l’amore infinito che ho provato – e proverò per sempre – verso di lui. E qui mi fermo perché è un discorso complesso e doloroso che tocca la parte più fragile del mio cuore. Consiglio solo una cosa a voi, miei piccoli amici, di dare tanto amore ai vostri genitori perché sono – e lo saranno per sempre – le persone più importanti della vostra vita.
- Abbiamo notato che il libro “In un batter d’ali” è dedicato alle stagioni, come mai questa scelta? (Carlotta Giuffrida)
Perché le nostre vite sono scandite dall’inseguirsi delle stagioni: primavera, estate, autunno, inverno, da sempre sono usate nell’arte e nella scrittura per descrivere noi stessi. Ci ricordano il tempo e il suo inevitabile scorrere. Le stagioni fanno infatti parte di noi, della nostra vita.
- Nel suo libro dedicato al Giappone c’è un haiku dedicato al sogno. Cosa vuol dire essere sognatore di questi tempi? (Emma Capizzi)
Vuol dire aprire gli occhi e tenerli sempre aperti, immaginare un mondo che per il momento non c’è. Consiglio che si deve continuare a sognare per tenere vivo il mondo che c’è in noi. Il bambino è quello più adatto a sognare, ha lo stupore negli occhi e quel sogno desiderato rimarrà in lui anche quando diventerà grande, per tutta la vita. //
Abbiamo conosciuto una donna dotata di sensibilità e generosità, la sua saggezza e i suoi consigli saranno utili per la nostra vita. Floriana ha interagito con noi in maniera gioviale e ci ha messo a nostro agio. A sua volta è diventata intervistatrice ha posto a tre di noi delle domande. A Desire’e ha chiesto quali erano le tre più belle parole che le venivano in mente e lei ha risposto: “Amore, Amicizia e i Colori”, a Emanuele ha chiesto a cosa gli faceva pensare la natura, e lui ha dischiarato: “Gli alberi perché ci fanno respirare e la calma”, a Elena Pilato ha domandato cos’era per lei l’infinito ed Elena ha risposto: “Il futuro e una bella sensazione”. E’ stata per noi un’esperienza che ci ha arricchito molto, adesso amiamo ancora di più gli haiku. Ci ha promesso che ci rivedremo ancora. Noi le auguriamo buona fortuna per l’uscita del suo nuovo libro “L’Infinito in me”, sempre pubblicato dalla casa editrice AG Book Publishing di Roma. Grazie Floriana, era normale che tu fossi innamorata della natura, già nel tuo nome c’è un pezzo di natura “Flora” e “Fiore”. A presto!
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