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Com’è nata l’idea di questo libro?
R. L’idea del libro nasce da una lunga storia, vent’anni più o meno. Il protagonista appare, per la prima volta, in una poesia. Poi diventa soggetto di un racconto, da cui, dopo diversi anni e dopo molte ricerche, è scaturito il romanzo.
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Liborio è un personaggio realmente esistito o è un personaggio di fantasia?
R. Il confine tra realtà e immaginazione è molto sottile. Osservando la realtà posso immaginarla diversa così come l’immaginazione può creare una realtà. Pensiamo ai sogni, ad esempio, che sono reali e immaginari allo stesso tempo. Insomma si può sempre descrivere qualcosa che esiste attraverso qualcosa che non esiste. Il gioco del romanzo è questo: Liborio è un personaggio immaginario ma collegato con la realtà tramite i fatti reali e gli altri personaggi pure reali. Liborio, in fondo, è una voce che cammina nella storia e raccontando se stesso racconta gli eventi di un secolo e di un Paese.
3 Liborio nella società attuale sarebbe un emarginato o semplicemente una persona stravagante e fuori dal comune?
R. Liborio vive il mondo e lo guarda dai margini, la sua è una vita periferica. La stravaganza, ma anche l’emarginazione, esprimono spesso una energia che, se viene fuori, può rovesciare le nostre presunte verità, la nostra presunta normalità. Senza ideali e senza passione la storia degli uomini non esisterebbe né potrebbe progredire verso il meglio. Liborio vive la storia con passione, con i suoi ideali, un po’ come Don Chisciotte: queste persone a volte, senza saperlo, cambiano il mondo. Fuori dal comune va inteso in questo senso. Forse i “matti” sono gli altri, quelli per cui le cose vanno sempre bene, quelli che, egoisticamente, pensano solo a se stessi e dimenticano che l’umanità è immensa e che la vita di ognuno è sacra, che la felicità è un valore da condividere. (leggete gli articoli fondamentali della nostra meravigliosa Costiutzione).
4 Ti sei mai sentito come Liborio nella tua vita?
R. Molte volte. In ognuno di noi c’è un Liborio nascosto, per questo siamo sognatori, viviamo la semplicità e apprezziamo quelle poche cose per cui vale davvero la ragione di vivere. Pensiamo all’amicizia, all’amore per l’umanità, alla giustizia sociale, alla difesa dell’ambiente, all’importanza della cultura, ed altro ancora. Potete anche voi continuare l’elenco.
5 Qual è il periodo storico tra quelli descritti nel libro che hai raccontato con più emozione?
R. Senz’altro la descrizione delle Giornate ottobrine, quelle della Resistenza all’occupazione tedesca, a tutti quei morti giovani, al loro sacrificio per un mondo migliore, più libero. La scuola dovrebbe educare in tal senso, ogni giorno, perché la scuola è un’isola di libertà. Ma anche il periodo delle lotte nella fabbrica, delle battaglie per un lavoro più umano e più vicino al senso della vita.
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Cosa hai provato quando hai vinto il premio? Te le aspettavi?
R. Niente di particolare. All’inizio del viaggio, perché è stato un lungo e viaggio, fatto di incontri, di parole, di belle conoscenze. Mi sembrava, stando ad un passo da personaggi come Guccini o la poetessa Cavalli, di essere più uno spettatore che un protagonista. A dire il vero non è che mi aspettassi di vincere, anzi non ci pensavo proprio. Mi basta va essere lì. Sapere che c’erano oltre 250 concorrenti ti scuoteva un po’ dentro. Ma, alla fine, un premio è come giocare al lotto, a volte i numeri escono a volte no. La giuria era composta da 300 persone, si può solo aspettare. C’è una bella poesia di un poeta greco, Costantino Kavafis, che dice, nel finale:
Itaca t’ha donato il bel viaggio. Senza di lei non ti mettevi in via. Nulla ha da darti più. E se la ritrovi povera, Itaca non t’ha illuso. Reduce così saggio, così esperto, avrai capito che vuol dire un’Itaca.
Ecco, così è stato anche il Campiello, così gli altri premi dove sono, per qualche misteriosa ragione, ancora finalista: un bel viaggio, un regalo, e tutto quello che s’incontra durante il viaggio, ecco, quella è la vera ricchezza. Adesso, però, la poesia leggetela tutta. E pure qualche altra, perché so che avete una professoressa molto brava. Un caro saluto e un grande augurio di buona vita.
Remo Rapino
Lanciano, 30 novembre, 2020
Ludovica Flamminio
Classe III E