Di Dania Sabbadini Con l’uscita del numero di febbraio parlare di Carnevale è ormai un must al Giornalino, e così è scrivere qualcosa sulle chiacchiere… o frappe. Oppure bugie. Non sappiamo come le chiamate voi, ma sappiamo che vi piacciono, e data la confusione sul nome abbiamo deciso di fare chiarezza.Il nome chiacchiere, principalmente usato nel Sud Italia, è il nome più comune, mentre nel Centro Italia si preferisce frappe, cenci o strufoli; salendo verso Nord, in Romagna sono conosciute come sfrappole (in particolare a Bologna) o fiocchetti, mentre in Piemonte e Liguriaquesti dolci fantastici sono chiamati bugie o bignole. In Val d’Aosta si usa merveilles, simile al sardo maraviglias, mentre in Lombardia le varianti sono tortelli,saltasù (principalmente a Sondrio e Bergamo) o lattughe.Chiarita la provenienza di vari nomi, parliamo di alcune delle numerose varianti delle chiacchiere: l’impasto rimane quasi sempre lo stesso, a cui vengono poi aggiunti o sostituiti diversi ingredienti, che le rendono tutte differenti sia nel gusto che nella forma.
Le castagnolesono una variantetipica dell’Emilia Romagna, diffusa però anche in Liguria e nel Lazio; si presentano come delle piccole palline e sono molto veloci da fare: l’impasto è composto da 50 g di farina 00, 8 g di lievito per dolci, 50 g di burro, 2 uova, 50 g di zucchero, mezza bacca di vaniglia, un pizzico di sale e della scorza di limone; creato l’impasto e reso omogeneo (si può fare sia a mano che con una planetaria) si creano finalmente le palline (più saranno grandi più ci metteranno a cuocersi, in genere si preferisce stare intorno ai 12 g). Si passa poi a preparare l’olio per la frittura: un trucco per capire se è abbastanza caldo è prendere una piccola parte di impasto, magari uno scarto dalla preparazione delle palline, e vedere se frigge; così non sarà necessario un termometro da cucina. Fatto ciò basterà mettere le vostre palline nell’olio, aspettare che siano dorate (impiegano circa 5 minuti) ed estrarle.
Tortelli: (variante della Lombardia):perfarli servono 275 g di farina, 8 uova intere e 2 tuorli, 120 g di burro e 250 ml di latte. Come per le castagnole serve del lievito, la scorza grattugiata di un limone e un pizzico di sale fino (se si vuole si può aggiungere anche del rum). La preparazione è poi analoga a quella delle castagnole.
Le bignole, originali piemontesi, si fanno con 200 g di farina, 160 g di zucchero, 3 uova, la scorza di un limone, un pizzico di sale e un po’ di Alchermes; questa variante si distingue per la sua colorazione rosa dovuta al liquore. Anche in questo caso le fasi sono due: preparare l’impasto e friggere.
Queste sono solo tre, ma esistono molte altre ricette: le frittelle di carnevale si possono farcire con mela (o con la Nutella, se vi piace), si possono insaporire con il liquore all’anice o i già citati rum e Alchermes, oppure si può rivoluzionare l’impasto usando il semolino o il riso; anche la forma può variare, da quelle sferiche alle classiche “piatte”.
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