di ANTONELLO DARINO – Charles Darwin, biologo e naturalista britannico, con la sua teoria dell’evoluzione e i suoi vari studi, fornisce una miriade di argomenti ed esempi volti a dimostrare che l’uomo è simile agli animali e che gli animali sono simili all’uomo.
In particolare, l’uomo condivide con le scimmie antropomorfe la struttura fisica, la composizione dei tessuti, l’apparato riproduttivo e, come oggi sappiamo, ha in comune con lo scimpanzé più del 98% del patrimonio genetico.
Una volta, quindi, stabilita l’animalità della razza umana, Darwin può sostenere che la lotta per l’esistenza e la selezione naturale hanno permesso all’uomo di differenziarsi, intraprendendo un vero e proprio processo evolutivo.
Le tappe principali di questo lunghissimo percorso sono: l’acquisizione della postura eretta, il ridimensionamento della mascella e dei canini, l’aumento del peso del cervello, delle dimensioni del cranio e, naturalmente, lo sviluppo delle qualità mentali, che, però, differiscono solo quantitativamente da quelle dei mammiferi superiori.
La natura razionale e la coscienza morale sono le caratteristiche che principalmente segnano l’importante differenza tra l’uomo e gli altri animali.
Gli istinti sociali dell’ individuo umano svolgono un’importante funzione nel marcare queste caratteristiche Sono loro a generare il senso morale: l’uomo, vivendo in comunità, per ottenere degli standard di vita migliori e avendo notevoli poteri mentali (superiori a quelli di ogni altro individuo), sviluppa una coscienza che, in origine , all’interno della tribù, proibiva e impediva azioni quali l’omicidio, il furto, il tradimento, che, se praticati liberamente, le avrebbero impedito di restare unita e di vivere meglio.
Giunti, però, alla soglia della formazione della società, le considerazioni sociobiologiche di Darwin su “ l’influenza della selezione naturale nelle nazioni civili “ vanno a sfociare in quello che non a caso è stato definito darwinismo sociale, ossia l’ovvia constatazione che l’evoluzione culturale ha preso altre strade dall’evoluzione naturale ed è questo fenomeno a garantire il progresso nella società. L’evoluzione culturale consiste nel differenziarsi dagli altri individui, la cui esistenza è governata dalla legge della natura, la legge del più forte, rispecchiando la propria natura umana e razionale nel migliore dei modi, aspirando ad un continuo progredire a livello sociale, da attuarsi pacificamente, senza traumi o scontri di classe.
La socialità, la solidarietà tra i membri di una comunità umana sono per Darwin, senza dubbio, un risultato dell’evoluzione dell’uomo.
La società civile è generalmente regolata dall’azione di un governo, un potere centrale, che ha il compito di regolare i rapporti tra le varie persone, garantendo una coesistenza pacifica e il solidarismo tra i vari membri. Ecco, quindi, che il potere centrale ha l’importante compito, vista la sua funzione principale all’interno della società, di promuovere una sostanziale uguaglianza di base, indipendentemente dalla superiorità fisica e mentale, nella vita e nella corsa al successo.
In questo modo lo stato promuove l’evoluzione dell’individuo umano, attuando una politica basata su giustizia e uguaglianza, limitando, con il sostegno reciproco, il vantaggio di base del più forte a discapito del più debole, del più ricco a danno del più povero e consentendo ai vari individui di vivere in una condizione complessiva di maggiore benessere e fortuna, guardando verso il progresso.