di Ambrosio Valeria- Catapano Sara- Il giorno 27 febbraio, presso la Scuola Secondaria di I grado, Ammendola De Amicis, si è tenuto un incontro-dibattito sul bullismo, cyberbullismo e violenza giovanile, nell’ambito del Progetto ” Formazione alla cultura della legalità” con il Maggiore Rinaldi della Caserma dell’Arma dei Carabinieri di Torre Annunziata, in collaborazione con il Maresciallo Sannino dei Carabinieri di San Giuseppe Vesuviano. All’incontro, in modalità telematica, erano presenti gli alunni delle classi prime della scuola e il dirigente scolastico, prof.ssa Amalia Mascolo. Ci è stato spiegato che quando un minore commette atti di bullismo e/o cyberbullismo, a 14 anni diventa imputabile e, se un atto di bullismo è molto grave, può scattare addirittura il carcere minorile . Molto spesso colui che è vittima di soprusi, si vergogna di reagire, si sente solo, ma quando non si ha una persona adulta con cui confidarsi, ha ribadito il Maggiore Rinaldi, può rivolgersi direttamente ai Carabinieri, perché loro sono sempre attivi, specialmente per i minorenni, in quanto la loro missione è quella di aiutare le persone indifese. Il bullo, di solito, attacca sempre i ragazzi più fragili con violenze fisiche, aggressioni ed intimidazioni e agisce con la complicità del gruppo, sostenuto da un clima di silenzio e omertà. La vittima, però, non deve reagire, ma soprattutto non deve rispondere con altra violenza, perché si finisce col peggiorare la situazione. Come ci ha spiegato il Maggiore, è consigliabile, in caso di soprusi o violenze, scrivere un diario,
in modo che quando la vittima decide di denunciare i bulli, i Carabinieri possono ricostruire tutto quello che è successo e, in questo modo, aiutare la vittima. E’ stato affrontato anche la situazione psicologica dei bulli, di coloro che commettono violenza verso gli altri, ed è emerso che, molto spesso, hanno alle spalle storie di violenza subita in prima persona, per cui è necessario aiutare anche loro. Bisogna parlare e convincerli a smettere, magari accettando l’aiuto di un esperto.
Abbiamo parlato anche di cyberbullismo, una forma di bullismo condotto attraverso strumenti telematici, come Internet. E soprattutto in questo periodo di pandemia, in cui i contatti fisici sono molto ridotti o, addirittura, inesistenti, tanti giovani scelgono il web, come luogo di relazioni di amicizia, cadendo nella trappola della rete. E’ stata un’occasione molto interessante e formativa perché ci ha aiutato a comprendere meglio questa problematica così diffusa oggi. E’ necessario prevenire l’aggressività e la violenza con l’educazione alla legalità attraverso la condivisione dei valori dell’altruismo, della cooperazione, del rispetto degli altri.