Di Marco Conte – classe II sez. I
Da sempre l’uomo ha mostrato paura nel provare qualcosa di nuovo, poiché l’oscuro spaventa. Ma è grazie a persone audaci e intraprendenti che si sono cimentati in imprese ardue se l’umanità ha capito che cercare nuove risposte può portare a scoperte importanti e innovative. Al momento molti gli studi condotti sull’intelligenza artificiale: come sarebbe se nella nostra società vivessero altri esseri con la capacità di pensare, muoversi, avere dei sentimenti? Io sono sempre stato favorevole allo sviluppo delle tecnologie, ma ritengo che i robot debbano rimanere isolati solo a certi ambienti, come quello lavorativo. Se uno di essi entrasse in casa mia, sarebbe certamente interessante guardare come opera, come riflette sulle decisioni e in che modo dimostra i suoi sentimenti. Se avessi un robot lo chiamerei Tony, perché è un nome bizzarro, ma non trascorrerei tutti i miei pomeriggi con lui e, tantomeno, lo tratterei come se fosse un umano. A me è capitato spesso di affezionarmi alle cose e avrei timore che se un robot dovesse entrare nella mia vita non ne uscirebbe mai più. Avere un aiutante nelle faccende domestiche sarebbe un grande aiuto per me e per tutta la mia famiglia, però probabilmente non mi sentirei più sereno e al sicuro e dubiterei anche della veridicità dei suoi sentimenti. Mi sentirei in pericolo a vivere assieme a un’intelligenza artificiale capace di effettuare ragionamenti molto più complessi di quelli a cui siamo noi umani siamo abituati. Avrei paura che, col passare del tempo, potrebbe acquisire sempre più potere, maggiore autonomia, per poi iniziare a comandare su tutti noi e a prendere decisioni in totale disaccordo e in contrasto con le nostre.
Il progresso è fondamentale, in tutti i campi, ma bisogna trattarlo con cautela, perché spesso questo potrebbe portarci ad una regressione anziché ad un successo. Dovrebbe, pertanto essere utilizzato solo come supporto delle attività domestiche e lavorative e assolutamente no come sostituto di esse o di persone.