Di Marco Ariani Picciallo – classe II sez. C
L’intelligenza artificiale si è sviluppata nel corso degli anni ed è ancora in continua evoluzione.
Le prime tracce di intelligenza artificiale risalgono verso la fine del 1950 grazie al lavoro di Alan Turing che già nel 1936 aveva posto le basi per i concetti di calcolabilità, computabilità e la macchina di Turing.
Secondo Turing, una macchina poteva essere considerata intelligente se il suo comportamento fosse stato uguale a quello di una persona.
Tuttavia, il termine intelligenza artificiale si deve al matematico statunitense John McCarthy che nel 1956 lanciò i primi linguaggi di programmazione.
Negli anni ‘90, l’intelligenza artificiale, dopo anni incerti, inizia ad essere allargata al pubblico con l’inserimento sul mercato dei primi processori grafici, le Gpu (graphics processing unit).
Oggi, l’intelligenza artificiale si occupa di creare macchine in grado di compiere azioni umane, di comunicare con espressioni facciali, sguardi, e gesti tutto ciò che si pensa e percepire sentimenti.
Grazie ai progressi della robotica sono state create macchine in grado di percepire emozioni come Pepper, progettato da ingegneri giapponesi.
Pepper, con sensori su tutto il corpo e webcam nei suoi occhi, riconosce e dialoga con le persone e riesce a capire le emozioni valutando le espressioni facciali del soggetto che ha di fronte.
L’intelligenza artificiale riuscirà in futuro a evolversi sempre più in modo da non far distinguere più gli esseri umani dai robot? Vedremo…