Per il Giorno della Memoria, noi alunni delle classi terze, della scuola primaria
di Fagnano Castello, abbiamo letto, insieme alla nostra insegnante di italiano,
la storia di “Otto. Autobiografia di un orsacchiotto” dello scrittore e
illustratore Tomi Ungerer.
Abbiamo capito che durante la guerra sono successe cose davvero bruttissime e
molto dolorose. L’orsacchiotto Otto, all’inizio della storia, era davvero
felice con i suoi amici Oskar e David ma dal giorno in cui qualcuno obbligò
David a portare una stella gialla sul petto, con la scritta “Ebreo”,
tutto cambiò…
Tutti dovevano vedere che lui era diverso, “Ma gli uomini non sono tutti uguali?”,
pensò l’orsacchiotto.
Così scoppiò la guerra, iniziarono le deportazioni, tanti innocenti furono
portati nei campi di concentramento e il povero Otto perse di vista i suoi
amici, che fine avevano fatto Oskar e David?
Dopo tante peripezie, Otto fu venduto ad un rigattiere, negli Stati Uniti,
che lo rimise a nuovo e lo piazzò in bellavista nella sua vetrina di antichità.
Molti anni dopo, un anziano turista lo notò nella vetrina: era Oskar!
La storia di Otto fu pubblicata su tutti i giornali e così un giorno David
telefono a Oskar e poco dopo si ritrovarono tutti e tre insieme. Otto, era
nuovamente felice e pensò: “Finalmente la vita è come deve essere: pacifica
e normale”.
Anche noi bambini la pensiamo come Otto, la guerra non è un gioco, fa soffrire
tante persone e i problemi non si risolvono con la violenza ma con il dialogo
e il confronto.
Gli uomini e le donne sono tutti uguali, non si possono fare distinzioni di
religione, di pelle, di lingua o di razza perché di razza ce n’è una sola,
quella umana.
(Articolo curato dalla docente Concetta Laino)
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