Di Sofia Elettrico – classe I, sez. F
Ci sono voluti un po’ di anni affinchè io capissi il vero significato del 27 gennaio, “Giornata della Memoria”, e anche quest’anno, a scuola, abbiamo dedicato del tempo per ricordare questo evento storico e quanto accaduto agli ebrei.
Ritengo davvero tutto assurdo ma mi ritrovo a dover ammettere che è successo realmente.
I ricordi sono fondamentali per far sì che certi orrori non accadano mai più!
Io l’ho vissuta con la consapevolezza che, purtroppo, noi esseri umani siamo cattivi e che la mania del successo ci porta, persino, ad ammazzare un nostro simile.
Ovviamente non posso che provare infinita tristezza e gridare a me stessa che non è giusto morire solo perché si è di una nazione o religione differente, considerando l’altro come essere inferiore.
L’intervista a Liliana Segre mi ha colpita particolarmente perché aveva solo tredici anni, più o meno la mia stessa età, quando si è ritrovata a salire su quel treno.
Mi sono immedesimata e mi sono chiesta: “Cosa avrà provato?”
In fondo a tredici anni si è ancora piccoli per capire e per difendersi, in realtà tutti coloro che si sono trovati coinvolti in quella situazione non hanno potuto difendersi, ma hanno subito in silenzio tanta atrocità.
Trovo davvero interessante la sua testimonianza, in particolare quando fa riferimento al disegno di una bambina che raffigurava una farfalla gialla che volava sopra i fili spinati, ecco, è proprio da quell’immagine che bisogna ripartire.
La farfalla rappresenta il simbolo della libertà di effettuare le proprie scelte e di inseguire i propri ideali.
Il mio augurio è che quella farfalla possa sempre volare sopra i fili spinati!
E con le lacrime agli occhi concludo, dicendo che tutto questo NON DEVE più accadere, anzi deve servire a scuotere i nostri cuori affinchè il mondo si popoli di “belle persone”, che non fanno numero ma fanno la differenza.