La Penisola è piena di luoghi ricolmi di inquietudine che la tradizione vuole dimora di fantasmi. Le oscure presenze arricchiscono le leggende e animano i racconti dalla notte dei tempi. Bambini piangenti, fanciulle disperate, guerrieri in cerca di vendetta, sono centinaia gli spiriti disseminati nella Penisola. Nascondono storie cariche di suggestioni, vicende che rapiscono l’attenzione degli appassionati del mistero.
Ed è Napoli la città con maggiore concentrazione di fantasmi, forse grazie all’energia che il Vesuvio profonde nelle strette viuzze del centro storico, cariche di vicende, spesso tragiche, che si intrecciano nel capoluogo partenopeo. Qui, ad esempio, il fantasma di Giuditta Guastamacchia ancora non trova pace. Innamorata di un altro uomo, uccise il proprio marito spinta dalla nuova passione. Scoperta, fu impiccata durante la rivoluzione napoletana del 1799. Parte dei suoi resti sono ancora custoditi nel Museo di Anatomia partenopeo: chi frequenta la sala, racconta l’atmosfera di inquietudine che si respira ed episodi inspiegabili si susseguono con una certa assiduità.
Particolarmente ferrata sui fantasmi è anche la capitale. A Roma, non sono poche le persone che giurano di aver visto aggirarsi nel Foro Romano una figura dalle inequivocabili sembianze di Benito Mussolini, e c’è chi è convinto di aver incontrato anche gli spettri di altri personaggi tormentati, come Nerone e Lucrezia Borgia.
Castel Sant’Angelo, luogo in cui si effettuavano numerose condanne a morte, sembra particolarmente gradito alle anime tormentate in cerca di un eterno riposo. Sul Ponte Sant’Angelo, nelle notti dell’11 settembre, c’è chi giura di aver intravisto lo spettro senza testa di Beatrice Cenci, che proprio in questi luoghi venne decapitata.
Spostandosi tra le rocche dell’Emilia Romagna, difficile ignorare la storia di Azzurrina, la bambina fantasma che ogni 5 anni, durante il solstizio d’estate, si muoverebbe tra le mura del castello di Montebello, a poca distanza da Rimini. La piccola, scomparsa nei sotterranei del castello nel 1370, riappare ogni lustro, accompagnata da un’inquietante musichetta e con i suoi inconfondibili cappelli azzurrini.
Spostandosi al Nord, anche Torino custodisce avvenimenti carichi di tragicità. A Palazzo Barolo, lo spettro della giovane Elena Matilde Provana cerca conforto dopo essersi tolta vita. E cercano vendetta anche i tanti amanti gettati nel Pò da Madama Cristina, anch’essa costretta a vivere sospesa nel limbo per i troppi peccati commessi.
Anna Carla Prattichizzo 2^H