Un giorno Alessio Scarpa andò in montagna, controvoglia però, perché a lui piaceva solo il mare, ma i suoi genitori insistettero nel portarlo perché la montagna è piena di posti incantevoli e percorsi mozzafiato. Appena Alessio scese dalla macchina, si ritrovò davanti ad un rigagnolo arancione, su un cartello lì vicino, lesse “acque ferruginose” e capì che quell’arancione era ruggine mescolata con l’acqua. Da quel giorno cambiò il suo interesse per la montagna, ogni domenica volevo andarci, ma per ogni escursione voleva scarpe nuove e per averle inventava mille scuse, erano strette, erano larghe, una volta si inventò anche che i lacci di un paio di scarponi erano troppo corti. Nel giro di pochi mesi accumulò dieci paia di scarpe. Un giorno si preparò e uscì, si diresse verso il bosco, si addentrò e si sedette sul ceppo un albero sradicato. Appena seduto socchiuse gli occhi, ma un fruscio dietro di lui lo fece voltare… vide un cervo dalle corna d’oro e la coda di maiale. Il cervo fece un segno in aria con le corna e il povero Alessio venne trasformato in uno scarpone dolomite. Quel giorno passarono molte persone però nessuno si interessò a quella scarpa nuova ma spaiata. Neppure gli animali della notte si interessarono alla scarpa perché sapeva troppo di nuovo. Alessio da solo si rattristò, perché nessuno si interessava a lui. A un certo punto una raffica di vento lo travolse e dietro un albero vide il cervo che gli spiega cosa doveva fare per tornare umano, ovvero utilizzare le sue scarpe finché non fossero da buttare. Dopo aver accettato l’impegno dettato dal cervo si trovò sul ceppo dell’albero. Tornato a casa, si scusò con il padre per non averlo avvisato, non capì mai se quello che era successo fosse sogno o realtà e da quel giorno utilizzò così tanto le varie calzature da montagna a tal punto che erano i suoi genitori a chiedergli di cambiare scarpe!
Giovanni Bonazza, 2^G