di Maria Rosaria Carbone-La storia è importante perché ci aiuta a comprendere il passato, ma serve come lente di ingrandimento per il presente. Lo studio della storia ha grande valenza culturale perché ci insegna le origini della società e delle culture e ci avvicina anche  a fatti storici  crudeli come quelli avvenuti durante la seconda guerra mondiale. Shoah, Olocausto,  Sterminio degli Ebrei, Auschwitz: sono parole che riportano alla mente fatti crudeli. Ho avuto modo di vedere il film e leggere “Il Diario di Anna Frank”,  la storia raccontata in prima persona da una ragazza che visse giorni di segregazione prima in un rifugio segreto, per scappare alla furia nazista, poi in un campo di concentramento, dove trovò la morte. Le testimonianze di Liliana Segre, sopravvissuta a quegli orrori, comunicano un grande dolore, provocano una ferita aperta al cuore. Ed è per questo che  è importante non dimenticare la tragicità dello sterminio di milioni di essere umani. Tutto  partì da un odio razziale che i nazisti avevano nei confronti degli ebrei e, per questo,  vennero deportati nei campi  di concentramento e di sterminio, dove trovarono la morte la maggior parte di loro, in condizione sociale disumana. Uno dei luoghi emblematici era Aushwitz. All’ingresso, sul cancello c’era scritto “il lavoro rende liberi”, invece  questo luogo si rivelò  un’industria di morte, massacro e orrore. Ognuno di noi è memoria di se stesso e della propria responsabilità  e, come afferma anche Liliana Segre,  la memoria vale proprio come vaccino contro l’indifferenza.