DI Jasmine Zampatti e Gaia Mazzucchelli
Signore e signori ci siamo quasi: si sta avvicinando uno dei periodi più belli dell’anno, il Natale! Oramai abbiamo capito che purtroppo quest’anno sarà un Natale un po’ diverso, ma è pur sempre Natale ragazzi, viviamolo al meglio nel limite del possibile, torneremo a fare i cenoni e i pranzoni con mille parenti il prossimo anno.
Ma basta deprimersi veniamo a noi: sappiamo tutti che il Natale non si festeggia allo stesso modo in tutto il mondo e che ogni paese ha le proprie usanze, tradizioni e anche qualche storia popolare e leggenda.
Abbiamo deciso di navigare nel vasto mondo di internet per documentarci proprio riguardo a queste ultime due cose e ora vogliamo condividere con voi alcune nostre scoperte; non potevamo metterle tutte o quest’articolo sarebbe diventato un papiro, quindi abbiamo riportato le tre che ci sono piaciute di più.
Speriamo che vi piacciano e che vi portino anche un sorriso che è sempre gradito; buona lettura e buone feste a tutti voi e alle vostre famiglie.
Il Krampus – zone di lingua tedesca (anche Trentino e Friuli Venezia Giulia)
Si racconta che tanto tempo fa, nei periodi di carestia, i giovani dei piccoli paesi di montagna si travestissero usando pellicce formate da piume, pelli e corna di animali. Essendo così irriconoscibili, andavano in giro a terrorizzare gli abitanti dei villaggi vicini, derubandoli delle provviste necessarie per la stagione invernale. Dopo un po’ di tempo, i giovani si accorsero, però, che tra di loro vi era un impostore: era un demone, che approfittando del suo reale volto diabolico si era inserito nel gruppo rimanendo riconoscibile solo grazie alle zampe a forma di zoccolo di capra.
Venne dunque chiamato il vescovo Nicola, per esorcizzare l’inquietante presenza. Sconfitto il demone, tutti gli anni i giovani, nel giorno della vigilia di San Nicola, travestiti da demoni, sfilavano lungo le strade dei paesi, non più a depredare ma a “punire i bambini cattivi”, accompagnati dalla figura del vescovo che aveva sconfitto il male.
La leggenda dell’albero di Natale – Germania
C’era una volta un boscaiolo che era sposato con una giovane donna. Siccome la amava molto ci teneva che lei avesse cose buone da mangiare e una casa sempre calda, quindi passava molto tempo nei boschi a tagliare la legna, un po’ per rivenderla e un po’ per scaldare la sua casa, che aveva un bel camino di pietra. La sera di Natale il boscaiolo stava tornando a casa tardi come al solito e vide, alzando lo sguardo, un bellissimo abete alto e maestoso. Stava prendendo le misure per vedere se poteva tagliarlo, quando si accorse che tra i suoi rami, nella notte che era buia che più buia non si può, riusciva a scorgere le stelle e che la luce di queste sembrava brillare proprio dai rami.
Affascinato da questo spettacolo decise in quel momento due cose: la prima era che avrebbe lasciato il vecchio abete lì dove stava e la seconda che doveva far vedere alla moglie questo bellissimo spettacolo: tagliò allora un abete più piccolo, lo portò davanti alla casa e lì accese delle piccole candele che mise sui rami. La moglie del boscaiolo, dalla finestra, vide l’albero così illuminato e se ne innamorò al punto da lasciar bruciare l’arrosto. Da quel momento in poi la bella moglie del boscaiolo volle sempre avere un abete illuminato per Natale e i vicini, trovandolo bellissimo, imitarono presto il boscaiolo. Quest’uso poi si estese e l’albero di Natale divenne uno dei simboli di questa festività.
Lo spirito dell’acqua – Norvegia
Si dice che nei boschi norvegesi si aggiri una bellissima Troll di nome Hulda (no, non come quello di Harry Potter), vestita di bianco, con lunghi capelli biondi e una coda da mucca. Hulda è uno spirito dell’acqua e sfortunatamente per lei spesso e volentieri l’acqua in Norvegia si ghiaccia e lei rimane sotto gli strati di ghiaccio. Un giorno, a Natale, un pescatore volle portare a Hulda un dolce, ma, trovando il lago in cui viveva lo spirito completamente ghiacciato, decise di fare un buco nel ghiaccio con il suo piccone (sì ragazzi, era un pescatore attrezzato per ogni evenienza ok?).
Scava e scava però il ghiaccio era veramente durissimo e il pescatore riuscì a fare solo un buchino piccolo piccolo. Mentre si arrovellava per cercare una soluzione, dal buchino uscì una manina piccolissima e bianca che afferrò il dolce: questo allora per magia si rimpicciolì e passò dentro il buco. Da allora, ancora oggi, nel giorno di Natale è usanza portare allo spirito dell’acqua dei dolcetti molto piccoli, in modo che possano passare attraverso qualsiasi buco nel ghiaccio.