Le tradizioni
Il Natale nell’epoca passata in Aspromonte era ricco di tradizioni. C’erano le tradizioni del cibo ,del gioco, della preghiera e della musica .
LE TRADIZIONI DEL CIBO
Le tradizioni del cibo non erano molto diverse dalle nostre attuali ; si mangiavano i torroni ,della frutta secca ,le zeppole con la sarda e i pitrali dei tipici dolci natalizi ripieni di frutta secca, le pitte di Natale, i fichi ripieni di noci e scorzette di mandarini.
I cibi tradizionali sulla tavola erano la pasta al ragù, le salsicce arrostite, la “saliprisa “, un pezzettino ciascuno, i broccoli, i finocchi e i mandarini, le cui bucce venivano poi usate per segnare i numeri sulla tombola.
LE TRADIZIONI DEL GIOCO
Anche le tradizioni del gioco non cambiano per noi oggi .
Il gioco delle carte , specificamente le CARTE NAPOLETANE e la “tombolata di Natale “. .Questa tradizione è rimasta ferma nel tempo, ma ce n’erano anche altre, ormai perse, come il gioco delle nocciole “’e nuciji “ e delle monete tirate al muro.
TRADIZIONI DELLA PREGHIERA
Le trazioni della preghiera sono presenti ancora oggi, e sono tutti i gesti che noi compiamo seguendo le tradizioni della Chiesa ; i gesti più comuni sono: seguire le novene dell’Immacolata prima e poi del Natale e soprattutto fare il presepe. Questo tipo di tradizioni era presente in tutte le case. La tradizione dell’ albero è nata nel secondo dopoguerra e si è diffusa a poco a poco. Anche l’albero era di solito naturale: esso veniva preso nelle pinete del nostro Aspromonte.
Il presepe era molto curato ,veniva a volte anche addobbato e decorato sia all’interno che all’esterno; all’interno veniva anche fatto il laghetto , il fiume con acqua vera, venivano messi i personaggi della tradizione come “ u ‘mmagatu di stiji”, la lavandaia, la donna che portava il latte a Gesù, i pastori, i Re Magi e, quello che mi ha colpito di più, i soldati di Erode che uccidevano i bambini. insomma, era molto curato, anche nei minimi particolari e preparato con muschio, legni cotone o farina per fare la neve. Non poteva mancare la cometa e l’angelo sulla capanna.
LE TRADIZIONI DELLA MUSICA
La tradizione musicale è quella della musica suonata dallo zampognaro; questo tipo di tradizione oggi non è molto presente nei paesi, anche se passano ancora per le strade dei piccoli paesi dei ragazzi che suonano organetto e tamburello intonando canti natalizi e rallegrando le vie spopolate a tarda sera.
Nelle case si ballava la tarantella, e si cantavano le canzoni allegre calabresi accompagnati da organetto e chitarra: in casa c’era sempre qualcuno che sapeva suonare.
Si raccontavano anche fatti vecchi, spesso comici , stando tutti seduti intorno al fuoco : spesso erano gli anziani e tutti erano lì, incantati ad ascoltare storie già conosciute, ma sempre belle.
LA VIGILIA
Il giorno della vigilia era dedicato alla preparazione dei cibi. Durante tutto il giorno i bambini mangiavano zeppole, mandarini, torroni e pitte di Natale aspettando la sera.
Già dal pomeriggio si cominciava a giocare a carte e a tombola.
La sera della vigilia , in ogni famiglia ci si metteva tutti assieme attorno alla tavola, c’erano anche i figli sposati, i nipoti, i nonni e bisnonni, zii e cugini: non doveva mancare nessuno per non guastare la festa.
La cena era la cena più lunga dell’anno. Dopo la cena allegra e felice , ci si riuniva per giocare; i bambini erano invitati dagli adulti a giocare con loro, perché quella sera tutti dovevano stare insieme a divertirsi, ridere e giocare in allegria , prima di andare alla veglia di Natale.
e non può mancare la mia poesia del Natale:
N’angialu di lu celu s’è calatu
Supra Giuseppi ,e discurzu nci ha fattu
nci dissi:-Tu, Giuseppi ,stai squetato
non ti pigghjari di timuri e schiantu.
Se tu,di la to’ spusa ,voi sapiri,
ha conceputu di Spiritu Santu.
Scii!Bellu fruttu ,chi nd’havi a veniri ,
mu si prejia lu mundu tuttu quantu
Laura Monterosso