a cura di Bianconi Giovanni -classe II/C – scuola secondaria di I grado –
Siamo nel 1450 e ad Assisi abita un giovane balestriere di nome Rufino de Gorio. Rufino era nato nel 1430 ad Assisi, ed era figlio di Beatrice da Gorgone e di Giovanni de Gorio. Beatrice era un’umile domestica, invece Giovanni era un valoroso condottiero al servizio del famoso “Enrico il Navigatore”. Sin da piccolo Rufino desiderava diventare un abile guerriero, anzi voleva diventare il più abile dei guerrieri mai esistiti sulla terra. All’età di dodici anni perse il padre in un’esplorazione geografica, così iniziò a cercare un lavoro in modo da dare una mano alla mamma con le spese e con le tasse. Inizialmente trovò lavoro in una fattoria, ma ben presto venne cacciato: trattava gli animali come i nemici sul campo di battaglia! Dopo andò a lavorare in una bottega artigiana vicino a porta Nuova, ma visto che si annoiava se ne andò. Senza ormai un lavoro, Rufino non poteva aiutare la mamma e per questo decise di inseguire il suo sogno. La mattina seguente si arruolò nell’esercito assisano e fu trasferito a Roma dove abili condottieri lo addestrarono alla vita militare. Nel 1420 fu mandato in guerra contro il Regno di Napoli e perse metà della sua squadra d’assalto. Fece, allora, richiesta di ritornare nella sua città natale, che proprio in quegli anni era impegnata a combattere contro il Comune di Perugia: in quegli anni terribili morirono tanti assisani! Per fortuna la madre di Gorio riuscì a salvarsi rifugiandosi in una casa dalle parti del Monte di Pietà, a San Gregorio. Rufino aveva però un rimpianto: quello di non avere aiutato economicamente la madre. Prese allora una decisione e di primo mattino si diresse al Monte di Pietà: consegnò la sua balestra e con lei il suo desiderio di diventare un abile guerriero in cambio di un 1 fiorino e 8 bolognini. Da quel giorno, smessi gli abiti di guerriero, si dedicò alla vita umile in campagna dove visse insieme alla sua mamma il resto della vita.