Anna Raguso – Era una giornata grigia e piovosa a Londra, una giornata non molto diversa dalle altre, ma una sensazione di tristezza si faceva sentire per le strade di Londra: la notizia della morte di un famoso musicista, John Allen, si era sparsa molto velocemente e pian piano la tensione saliva, soprattutto nell’ufficio dei gemelli Lee, appena tornati dal teatro dove era avvenuto il crimine. I gemelli si erano già dati da fare nell’interrogare quasi tutti quelli presenti al concerto ma nessuna informazione poteva contribuire particolarmente a dare una svolta alle indagini.
<< Era il mio migliore amico >> disse singhiozzando il signor Jackson, una delle persone più care della vittima.
<< Stia tranquillo signor Jackson, deve solamente dirci qualche movimento sospetto che ha potuto osservare in questi giorni.>> disse George Lee con molta calma.
<< Erano giorni molto movimentati per John questi, soprattutto perché si era sparsa la voce che questo sarebbe stato il suo ultimo concerto; dopo si sarebbe ritirato dalla sua carriera.>>
<< Purtroppo è stato veramente il suo ultimo concerto!>> aggiunse Fred Lee da un angolino cercando di nascondere il suo tono di voce triste e addolorato. Anche se è un tipo molto misterioso e taciturno, Fred è un ragazzo altruista che si rammarica delle disgrazie altrui.
<< Okay signor Jackson, grazie dell’ informazione, può andare>> disse George indicandogli la porta con il braccio.
<< Mi scusi, mi sono dimenticato di dirle una cosa!>> rispose di scatto il signor Jackson << Prima dell’inizio del concerto il manager del signor John, lo ha preso in disparte per un brindisi,per “festeggiare” ed augurare che andasse tutto per il meglio.>>
Detto ciò i gemelli Lee si recarono sulla scena del crimine per interrogare il manager che si trovava lì. Da come lui si comportava, George capì che doveva essere particolarmente ansioso poiché si toccava continuamente la fronte e si guardava intorno preoccupato.
Prima di poterlo interrogare però arrivò un avviso dal laboratorio che si era occupato di analizzare il pianoforte dove si era accasciato John Allen: della polvere tossica era sta ritrovata tra i tasti del pianoforte.
<< George, qui la situazione si fa più sospetta.>> disse Fred al gemello.
<< Hai ragione Fred!>> e senza perdere altro tempo non esitarono ad interrogare il manager che si dichiarò incolpevole con alcune prove che dimostravano la sua innocenza.
L’attento occhio di Fred. però non si lasciò sfuggire un piccolo particolare mentre usciva dal retro del teatro.
<< George vieni qui!>>
Il fratello raggiunse Fred e notò anche lui: frammenti di vetro erano sparsi per terra e dal cestino spuntavano guanti bianchi. George allora indossò guanti usa e getta ed una bustina dove riporre i frammenti di vetro e i guanti che raccolse e portò al laboratorio dove vennero analizzati.
Quella notte nessuno dei gemelli Lee riuscì a dormire, tutte le informazioni possibili e immaginabili di quel caso portavano in un vicolo cieco.
Mentre George sorseggiava una tazza di caffè ed apriva i risultati arrivati dal laboratorio, Fred sfogliava con attenzione l’agenda personale del signor John avendo avuto il permesso dalla famiglia del musicista. Dopo un’analisi dell’agenda e un’attenta lettura dei risultati del laboratorio, i gemelli si girarono di scatto e si lanciarono uno sguardo d’intesa; quando facevano così era come se avessero la capacità di leggersi nella mente, era qualcosa di molto strano ma ipnotico allo stesso tempo.Il giorno dopo il signor Jackson venne arrestato.
Venne portato in prigione con l’accusa di omicidio per avvelenamento e successivamente, dopo il processo, fu condannato all’ergastolo. Cosa si erano detti i gemelli Lee con quello sguardo?
<< Il signor Jackson e John Allan avevano litigato molte settimane fa e lo si può notare guardando gli appuntamenti presenti sull’agenda del signor Allan, ogni giorno su ogni pagina c’era scritto : ‘Jackson 5:00 P.M. ora del thè, ma tra le ultime 14 pagine dell’agenda questo appunto non è più presente. Inizialmente ho pensato solamente che fosse per colpa del concerto, ma i preparativi sono iniziati solo 5 giorni fa… subito dopo ho avuto la conferma dai genitori del signor Allan che hanno affermato di aver visto il loro figlio tornare a casa triste, pensieroso e malinconico dopo i suoi ultimi incontri con il signor Jackson, suo migliore amico.>> disse George al manager , bisognoso di informazioni per affrontare tutti i giornalisti che lo avrebbero fermato dopo la notizia della cattura dell’assassino.
Il manager era stato assolto dal caso poiché durante queste ultime settimane era stato fuori città per svolgere alcune sue commissioni ed era ritornato a Londra dopo la notizia della morte del musicista. <<Quindi l’informazione che inizialmente ci aveva fornito il signor Jackson era falsa, usata per depistarci così come la polvere tossica che è stata inserita tra i tasti del pianoforte poche ore dopo la morte del signor Allan. Il signor Jackson si era presentato poche ore prima dell’inizio del concerto, per cercare di riappacificarsi con John che ha accettato subito le scuse. Per festeggiare hanno deciso di fare un brindisi e mentre il signor John era di spalle, Jackson ha colto l’occasione per versare nel calice dell’amico una specie di polverina, probabilmente del veleno che avrebbe fatto effetto lentamente.>> finì George.
<< Tutto ciò all’insaputa della presenza di telecamere.>> aggiunse Fred.
<< Perché avvelenare un tuo amico?>> si chiesero intanto all’unisono i gemelli.
Colti dal dubbio decisero di andare ad interrogare per la seconda volta il signor Jackson e, arrivati nella prigione dove era tenuto, i due gemelli si ritrovarono di fronte alla faccia dell’assassino che iniziò a confessare.
<< Sono sempre stato l’ombra del mio amico, nessuno mi ha mai considerato o mai elogiato a differenza di John, adorato sempre da tutti; lui non ha mai meritato tutta quella fama. Ho sempre desiderato essere io al posto di John, il ragazzo con la vita perfetta che è stato in grado di avere successo nel campo musicale, ma la carriera che si è costruito è mia, ha rubato il mio sogno, la mia vita. Ho sopportato abbastanza la sua presenza in questo mondo, non ne potevo più. Sono io il migliore e lo sarò sempre!>> disse Jackson alzando il tono di voce.
<< Brutta bestia la gelosia…>> disse Fred. << Come ha avuto il coraggio di uccidere il signor Allan? Bisogna essere felici dei traguardi dei propri amici!>> aggiunse George.
Il signor Jackson si limitò solamente ad abbassare lo sguardo. Ciò a cui sarebbe andato incontro lo conoscete già…
Tornati a casa i gemelli Lee, ormai esausti, decisero di andare a dormire. << George!>> chiamo Fred. << Dimmi Fred.>> <<Adesso ho paura che tu mi possa uccidere perché si sa che sono molto più bravo di te fratello mio!>> disse ridendo Fred. << Ma smettila.>> rispose George.
Entrambi scoppiarono in una fragorosa risata. Un’altra giornata volgeva al termine e i gemelli Lee avevano risolto un altro caso, finalmente dopo notti insonne potevano godersi una buona dormita.