di Maria Tea Santagiustina Classe 2^A. –
Buongiorno Cari lettori, l’epoca tecnologica che stiamo vivendo è piena di strumenti digitali sempre più aggiornati con i quali possiamo attivare immagini e filmati ad alta definizione accoppiati ad un sonoro che può essere migliorato con ulteriori strumenti. Lo stato attuale della tecnologia raggiunto ci permette di incrementare gli effetti sonori in stereo o in surround con un semplice clic e non ci fa pensare alle origini quando ancora non si poteva sentire nei film né dialoghi né alcun tipo di rumore. A pensarci bene direi che non siamo consapevoli e non ci rendiamo effettivamente conto di quanti passi e sforzi tecnici in avanti siano stati compiuti per arrivare ad abbinare le immagini con il relativo sonoro. Tutti noi oggi conosciamo il cinema sonoro, quindi con attori che nella recitazione fanno sentire la propria voce mentre i film muti sono ormai del tutto scomparsi, ma se vi dicessi che una volta i film non erano sonori?. Ed è proprio da qui che il mio articolo ha inizio… Ci catapultiamo nel 1930 e precisamente al 7 ottobre del 1930. Ci troviamo a Roma nel famosissimo ‘Supercinema’ dove in quel preciso luogo debuttò il primo film sonoro italiano. Il fascismo di quel periodo aveva capito che la cinematografia “parlante” avrebbe rivestito un ruolo molto importante per la sua propaganda. La ragazza che venne scelta per dare voce al film si chiamava Pietra Giovanna Matilde Adele Pitteo, viveva a Rovigo ed era conosciuta nel mondo artistico con lo pseudonimo Dria Paola. La giovane artista aveva iniziato a recitare prima nelle commedie musicali, e solo successivamente passò sul grande schermo con una piccola parte nel film muto “Gli ultimi giorni di Pompei”. In quel periodo era Mussolini che visionava preventivamente tutti i filmati dei Cinegiornali che poi venivano proiettati nelle sale cinematografiche di tutta Italia. Il primo grande film sonoro venne quindi proiettato a Roma nella Villa Torlonia, il cui proprietario era appunto Mussolini. Fu grazie al grande interesse per il cinema delle persone dell’alta società che, a partire degli anni ’30, furono prodotti, a livello internazionale, quaranta film all’anno. Le sale cinematografiche però non venivano usate solo per la proiezione di film, ma anche come luogo per lanciare le prime grandi pubblicità come ad esempio quella della Balilla. A partire da quel momento, vedendo che la cinematografia continuava a suscitare grande interessare per il pubblico di ogni età, vennero costruiti gli stabilimenti ‘Cines’, in cui lavorarono le più grandi stelle di Hollywood. Accadde però che non tutto poteva andare meravigliosamente, così, purtroppo, quelli stabilimenti bruciarono nel 1935. Nel ricercare le cause di quell’incendio, alcune voci riportarono che fosse stato di origine dolosa. Il Cinema però non poteva finire in quel tragico modo, così il 28 aprile 1937 fu Mussolini che inaugurò gli Studi di Cinecittà grazie anche all’aiuto economico dell’imprenditore Achille Roncoroni che acquistò 60 ettari di terra per la costruzione di un “mondo” nuovo. Da quel momento in poi, nonostante l’Italia in quel periodo fosse schiacciata dalle bombe americane e dalle rappresaglie naziste, ci fu il regista Roberto Rossellini che girava per i vari locali della Capitale per scrivere la sceneggiatura del suo film capolavoro “Mamma Roma”. Persino la grande Dria Paola, uscita dal grande schermo due anni prima, fece in tempo a conoscere i nuovi artisti come: Alberto Sordi, Anna Magnani e la superstar Vittorio De Sica. Tutti questi grandi artisti e registi contribuirono, facendo la loro parte, a far nascere il “Neorealismo” che ben presto fu riconosciuto in tutto il mondo.