//La morte di una leggenda

La morte di una leggenda

di | 2020-11-30T17:53:21+01:00 30-11-2020 17:42|Alboscuole|0 Commenti
di Antonio Castaldo e Giuseppe Izzo – 4^D –
Diego Armando Maradona, nato a  Lanús il 30 ottobre 1960, è morto a Tigre il 25 novembre 2020. È stato un calciatore, allenatore di calcio e dirigente sportivo argentino, di ruolo centrocampista, campione del mondo nel 1986 e vicecampione del mondo nel 1990 con la nazionale argentina. Soprannominato El Pibe de Oro (“il ragazzo d’oro”), è considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, se non il migliore in assoluto. Tra le figure più controverse della storia del calcio per la sua personalità eccentrica dentro e fuori dal campo, fu sospeso due volte dal calcio giocato per differenti motivi: una prima volta per uso di cocaina nel 1991 ed una seconda per positività ai test antidoping, al mondiale degli Stati Uniti 1994, per uso di efedrina, sostanza illegale spesso utilizzata per perdere peso. Commissario tecnico dell’Argentina per un breve periodo alla fine del secolo scorso, dopo il ritiro ufficiale dal calcio nel 1997, Maradona ha subito un aumento eccessivo di peso e le conseguenze della dipendenza dalla cocaina, dalla quale si è liberato dopo lunghi soggiorni in centri di disintossicazione. Il 2 novembre 2020, pochi giorni dopo aver compiuto 60 anni, viene portato d’urgenza in una clinica di La Plata a causa di un crollo emotivo e il 4 novembre, a Buenos Aires, subisce una delicata operazione al cervello per la rimozione di un ematoma subdurale di origine traumatica. Tornato nella sua casa di Tigre per un lungo periodo di convalescenza e di riabilitazione dopo la buona riuscita dell’intervento, muore improvvisamente il 25 novembre per un edema polmonare acuto conseguente a insufficienza cardiaca. I funerali si sono tenuti due giorni dopo, con Maradona che è stato sepolto accanto ai genitori nel cimitero Jardin Bella Vista di Buenos Aires.
L’improvvisa morte ha suscitato grande dispiacere in tutto il mondo, particolarmente in Argentina, il paese natio, dove il presidente Alberto Fernández ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale; il giorno seguente, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, annuncia la decisione di intitolare lo stadio San Paolo a Maradona, in concomitanza con la decisione della Federazione calcistica dell’Argentina di intitolargli la neonata Copa de la Liga Profesional. Altre commemorazioni in suo onore sono state predisposte da UEFA e FIGC che hanno deciso per il lutto al braccio ed un minuto di silenzio prima delle gare di Champions LeagueEuropa League e Serie A. La notizia della morte di Diego Maradona ha fatto rapidamente il giro del mondo. Le reazioni sono state tante ed importanti. Ricordiamo quella di Pelè, ex calciatore brasiliano, il quale riferisce che è triste perdere amici così, ma sicuramente un giorno giocheranno a calcio insieme in cielo. Papa Francesco, alla notizia della morte di Maradona, ripensa con affetto alle occasioni di incontro di questi anni e lo ricorda nella preghiera, come ha fatto nei giorni scorsi da quando ha appreso delle sue condizioni di salute. Il fuoriclasse del Barcellona, Lionel Messi, considerato il vero erede del Pibe de Oro, condivide il suo cordoglio sui social affermando che Diego ci lascia ma non se ne va, perché è eterno. La dichiarazione che ha riscosso più successo, a livello generale, è stata quella del comico napoletano Alessandro Siani, secondo cui le lacrime che scendono sul viso sono di colore azzurro e sono lacrime d’amore, non è acqua. In ogni goccia che cade ci sono le vittorie, gli scudetti, una vita, la nostra vita. Secondo Siani, quando Diego ha giocato i campionati sul nostro pianeta terra, per lui erano tutte partite fuori casa, ha giocato sempre in trasferta e ora si diverte ad immaginare che sia ritornato a casa sul suo pianeta. Il popolo di Napoli porterà per sempre nel suo cuore Diego Maradona, a cui si deve la vittoria del primo scudetto. La gente di Napoli ha adottato Maradona come figlio, allo stesso modo anche lui si sentiva uno scugnizzo, frequentando spesso i quartieri poveri di Napoli. Ed è proprio in uno di questi quartieri che gli è stato dedicato un murales, intorno a cui gli abitanti della città hanno manifestato il proprio dolore per la scomparsa della leggenda. La giustizia argentina ha avviato un’ indagine a carico di Leopoldo Luque, medico personale e amico di Diego. Sono state ordinate le perquisizioni sia all’abitazione che all’ambulatorio del dottore, poiché accusato di omicidio colposo, con il sospetto che al campione non siano state fornite giuste cure durante il ricovero domestico.