In occasione del 4 novembre, noi della redazione abbiamo deciso di proporre la recensione di un film sulla prima guerra mondiale: 1917, di Sam Mendes, uscito a gennaio e disponibile su Amazon Prime Video.
Il film, ambientato nella Francia settentrionale della prima guerra mondiale, parla della missione suicida di due soldati inglesi inviati a portare un messaggio ad un plotone intenzionato ad attaccare la nuova linea nemica tedesca.
Come tutti sappiamo, durante la Grande Guerra sono morti moltissimi uomini, sia tedeschi sia alleati, per qualche chilometro di terreno.
Ed è proprio questo il caso presentato nel film: le truppe tedesche si sono ritirate di una decina di km abbandonando la loro prima linea. Ma si tratta di una ritirata vera oppure è solo una trappola per ingannare gli eserciti degli Alleati?
Non appena questa operazione si rivela nient’altro che un’imboscata, i due soldati Blake e Schofield vengono inviati verso la prima linea per portare il messaggio di annullare l’attacco.
Hanno poco tempo: più o meno 12 ore per attraversare le zone tedesche, ora abbandonate, per giungere alla prima linea, dove tra l’altro si trova il fratello maggiore di Blake.
Così inizia la storia di una disperata corsa contro il tempo per salvare più di 1600 soldati dalla trappola tedesca.
Il film, inoltre, mostra molto bene alcuni degli orrori principali della prima guerra mondiale, tramandati da molte fonti ma mai rappresentati così bene, come il racconto della pessima vita nelle trincee Alleate, piene di fango e con i soldati misti ai cadaveri, contrapposte alle solide trincee tedesche, realizzate in muratura e ben coperte. Durante la loro folle marcia si nota come i tedeschi, dietro il loro spostamento, lasciavano letteralmente terra bruciata: alberi abbattuti, ponti distrutti, città depredate, cecchini sparsi e trappole esplosive; tutto al fine di bloccare l’avanzata delle truppe franco-inglesi.
L’idea di questo film nasce dall’esperienza della prima guerra mondiale vissuta dal nonno del regista, che una volta era stato incaricato di portare un messaggio attraversando da solo il campo di battaglia. Mendes infatti, alla fine del film, ringrazia il nonno per le storie raccontate e gli dedica il film come tributo.
La prima guerra mondiale non è mai stata rappresentata così bene: tramite il film si riesce a viverla quasi in prima persona, poiché il racconto trasmette perfettamente la paura e la tensione che provano Blake e Schofield grazie anche al fatto che il film è quasi interamente girato senza pause, con scene molto lunghe e con la telecamera sempre puntata sui protagonisti.
A mio parere è d’uopo specificare che la tensione è però rappresentata senza scene particolarmente crude o terribili, è più improntata su un piano psicologico piuttosto che visivo e consiglio la visione del film anche alle persone facilmente impressionabili; certo, trattandosi di un film di guerra è inevitabile che ci sia qualche cadavere, qualche topo o un po’ di sangue, ma è di sicuro uno dei film su questo tema meno crudo in circolazione.
Ne consiglio quindi la visione a chiunque abbia superato i 14 anni.