di Ioana Nichifor – La globalizzazione è un fenomeno che ha investito l’economia mondiale nei decenni a cavallo tra il ventesimo e ventunesimo secolo e che non riguarda soltanto l’economia, ma anche la tecnologia o la cultura e i trasporti . La globalizzazione ha preso avvio con la rivoluzione industriale. L’industrializzazione ha infatti imposto l’apertura degli scambi e ha dato avvio alla mobilità di persone e tecnologie, destinata a diventare sempre più intensa. Nel mondo globalizzato tutti i paesi si scambiano merci e informazioni più facilmente e rapidamente; inoltre, quasi tutte le culture del mondo tendono a confrontarsi e ad assomigliarsi proprio per la rapida circolazione di merci e idee. La globalizzazione investe tutti gli aspetti della nostra vita: indossiamo abiti prodotti in Asia; ascoltiamo musica e guardiamo film inglesi e americani; guidiamo auto tedesche; nei supermercati possiamo acquistare cibi provenienti da tutte le regioni del mondo. Il motore principale di questo fenomeno è dunque l’economia. Grazie alla globalizzazione è dunque molto più facile comunicare e le barriere geografiche e territoriali tendono a diminuire. Si è iniziato a parlare di globalizzazione agli inizi degli anni ’90, ma il concetto era ormai noto da tempo infatti già prima delle due guerre mondiali. (Gli scambi di capitali e i flussi commerciali non erano malvisti dagli Stati, basti pensare che nel 1913 gli scambi commerciali erano superiori a quelli degli anni 70 ). Alla fine degli anni sessanta le grandi aziende avevano operato soprattutto all’interno dei loro stati di origine. All’inizio degli anni ’70 la domanda dei consumatori è cresciuta diventando via via sempre più omogenea. E’ però nella cultura che si nota uno degli aspetti negativi del fenomeno. Con la globalizzazione, infatti, si rischia di perdere la specificità delle singole culture che diventando sempre più omogenee rischiano di perdere i loro tratti caratteristici. Alla globalizzazione si attribuisce anche la responsabilità di aver reso i paesi ricchi industrializzati ancora più ricchi e i paesi poveri in via di sviluppo sempre più poveri. Secondo il sociologo polacco Bauman la globalizzazione divide quanto unisce poiché da una parte annulla le distanze ( internet , i mezzi di comunicazione ), dall’altra polarizza le posizioni dell’umanità escludendo soprattutto i paesi che decidono di non farne parte.