Simone Crapanzano – Il rientro nelle aule, come ci si aspettava, quest’anno è stato molto diverso rispetto agli anni precedenti. A causa del COVID, infatti, varie scuole trapanesi si sono attrezzate in modo diverso, chi ha preferito la DAD (didattica a distanza) e chi le lezioni miste.
Abbiamo chiesto a vari ragazzi e ragazze del trapanese cosa ne pensassero della didattica a distanza, ecco le dichiarazioni di una ragazza che frequenta il quinto anno del Liceo “ Rosina Salvo”: «Il nostro Istituto ha adottato un’organizzazione ben definita per ogni settimana alternando,sin dalla prima settimana, le lezioni e i giorni in presenza con la didattica a distanza, per il triennio, mentre le prime e le seconde hanno frequentato in presenza; ciò crea un po’ di confusione, ma necessaria per consentire il rispetto delle norme anti-covid. Un’altra cosa poco gradevole è il fatto che dobbiamo sempre seduti anche quando dobbiamo fare ricreazione, e questo mi sembra giusto – continua – ma stare cinque o sei ore seduti è davvero pesante. Il problema è che, mentre nelle classi non possiamo muoverci, invece fuori dalla scuola all’entrata e all’uscita non rispettiamo il distanziamento».
Abbiamo sentito anche degli studenti universitari di Trapani che hanno così dichiarato: «Il Polo di Trapani, fortunatamente, si è subito attrezzato per far rispettare le norme anti-covid. Infatti per i corsi di studio più numerosi la modalità è in DAD. La DAD ha sicuramente i propri comfort– dichiarano – si può fare lezione da casa, ci si può svegliare un pò più tardi, in un certo senso si seguono pure meglio le lezioni. Il problema è che non si può stare molto tempo davanti al computer, ci rimette la nostra vista. La modalità in presenza è piuttosto difficoltosa: certo è molto bello essere ritornati all’università, ma bisogna stare molte ore sempre con la mascherina a lezione. Fortunatamente ci sono delle pause. Non ci si può muovere, viene difficoltoso pure mangiare e non si possono più scambiare due chiacchiere con i colleghi come si faceva prima».