di Eleonora Azzaretto – Il Mediterraneo è stato fin dall’antichità un luogo geografico di grande rilevanza, culla di importanti civiltà fiorite sulle sue sponde. Ha visto nascere antiche civiltà come quella dei Fenici, dei Greci e poi dei Romani che attraverso questo mare hanno potuto dominare tutte le terre bagnate da esso e, quindi, da lì deriva il nome di “mare nostrum”. Questi popoli che si stabilirono sulle sue coste si dedicavano soprattutto al commercio: costruivano imbarcazioni grandi e resistenti e navigavano in cerca delle migliori materie prime. Dai porti partivano e arrivavano le grandi navi dei mercanti che barattavano i prodotti artigianali con le materie prime. Ma non venivano scambiate solo le merci, anche racconti, conoscenze e idee. Possiamo dire così che il Mediterraneo era un’importante via di comunicazione. Inoltre il clima mite delle terre affacciate su di esso favoriva l’agricoltura e lo sviluppo delle foreste. Il legno era una materia prima preziosa, con cui costruire abitazioni, oggetti d’arredo, strumenti e mezzi di trasporto per viaggiare su strada e acqua. Nei punti di sbarco e di scambio con le popolazioni locali, fondarono dei veri e propri centri commerciali, gli empori, per raccogliere e distribuire le merci. Le coste ricche di promontori, golfi e insenature offrivano dei punti di sbarco naturali e protetti dalla corrente marina. Qui i popoli costruirono porti per il commercio marittimo chiamati anche scali commerciali. Ma non scordiamo che è stato anche teatro di molte guerre. Oggi il Mediterraneo è totalmente cambiato e, infatti, gli aspetti negativi prevalgono su quelli positivi. Ad esempio, il Mediterraneo essendo un mare quasi chiuso e poco profondo, le sue acque hanno poco ricambio, per questa ragione l’inquinamento fa fatica a disperdersi. I danni maggiori provengono dai fiumi, che portano con se gli scarichi delle fabbriche, i concimi e i rifiuti organici sia delle città che degli allevamenti. Un altro grosso problema è costituito anche dai rifiuti galleggianti portati dai fiumi. Su questo mare vi si confrontarono anche conflittualmente società diverse come quella Europea e quella islamica. Oggi se ne parla in tv, sui giornali e alle radio, sentiamo spesso, infatti, di situazioni sgradevoli di persone che viaggiano in condizioni igieniche e di sicurezza pessime, pagando costi altissimi per il viaggio che devono affrontare al fine di fuggire dalle loro terre di origine colme di problemi irrisolti, verso l’Italia. Il Mediterraneo, per me e per tutti quelli che hanno la mia stessa fortuna, rappresenta l’inizio di una vita; ma in molti casi, questo mare è stato la tomba di molti migranti: è diventato un mare rosso, per il sangue sparso, un mare che fino a che si sta sulle sponde africane è un sogno, ma che, diventando realtà, è un incubo senza fine che può portare alla morte.