di DOMENICO LOMBARDI – Insulti, testate, minacce e aggressioni vere e proprie, quanto accaduto a Lucca un paio di settimane fa ha dell’assurdo, un vero e proprio sorpasso di ogni limite esistente nel rapporto alunno-docente, di recente le notizie di questo genere sono state fin troppo frequenti così come gli episodi che hanno visto i professori sviliti e umiliati dai ragazzi; il bullismo è un atto da condannare a pieno, lo ripetiamo sempre, organizziamo eventi per combatterlo, eppure ogni giorno qualcuno ne è vittima e ci sembra tutto normale, ma ciò che è accaduto all’Istituto Carrara di Lucca è la goccia che ha fatto traboccare il vaso, che un docente debba essere trattato in tal modo non lo tollera nessuno, tutti i media ne stanno parlando e ne condannano fermamente l’atto, ovvio, è il politically correct ad esigerlo, è assolutamente giusto difendere quel professore, ma bisogna parlare anche di quei ragazzi, il loro comportamento ignobile e privo di qualsivoglia educazione è da ricercare nella società, che ama organizzare eventi contro il bullismo ma che poi non fa realmente nulla per combatterlo, ciò che hanno fatto è senza dubbio da condannare, ma quando gli insultiamo o gli denigriamo, dovremmo prima guardarci intorno, i social network sfruttati male, la TV con i suoi programmi dalla dubbia utilità e i nuovi artisti musicali che professano nelle loro canzoni stili di vita del tutto privi di ogni etica o morale i quali dicono sia solo musica e lo è effettivamente, ma per un 14enne diventa un modello da seguire; quei ragazzi quindi sono solo il frutto di questo mondo, cresciuti credendo che ogni cosa li sia dovuta e che il rispetto sia solo una bella parola, insultano, umiliano, denigrano e se ne prendono anche il merito; ciò che possiamo osservare da quanto accaduto è solo una grande tristezza, notiamo che un vuoto di valori e obiettivi pervade la generazione attuale e ciò sfocia ovviamente in comportamenti sfrenati, alla continua ricerca di quell’ebrezza che non viene più da nulla, a quel continuo voler infrangere le regole perché noiose, e se sfidare l’autorità rappresentata da un professore o da un genitore è diventato quasi normale è perché chi avrebbe dovuto educare non ha educato o lo ha fatto male, avallando un comportamento che non prevede il rispetto ma solo la prevalenza del più forte sul più debole, e allora per i genitori se un alunno sfida un docente o fa il prepotente con un suo coetaneo non è cattivo ma solo determinato e audace; tutto ciò è incredibilmente ironico perché coloro che compiono questi atti si credono forti e vincenti quando invece sono l’esatto opposto, peccato lo capiscano troppo tardi.
Oggi per noi è facile parlare, dire belle parole e condannare quei ragazzi e i loro rispettivi educatori, ma se hanno fatto quello che hanno fatto, se sono quello che sono, è anche in minima parte colpa nostra, il mea culpa deve essere generale e un tale accaduto deve farci riflettere profondamente, forse capiremo che è il momento di cambiare, e di ritornare ad insegnare il rispetto e la distinzione tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.