a cura di Giada Maria Servillo – classe I/E – scuola secondaria di I grado –
La prima cosa che mi è venuta in mente, all’inizio della quarantena, è stato il fatto di non poter uscire di casa e di conseguenza non vedere più i miei amici e i miei cari…
Più che altro mi ha spaventato l’aumento in massa dei contagiati e allora è stato un po’ difficile affrontare il tutto, ma dopo un po’ ci siamo rasserenati perché avevano chiuso la scuola e in casa Servillo si è creato il panico più totale misto a felicità! Dopo qualche giorno, la ministra Azzolina ha deciso di iniziare la didattica a distanza: all’inizio non mi dispiaceva, anche perché vedevo i miei amici (anche se virtualmente) e potevo in qualche modo confrontarmi con i miei professori/professoresse, però poi è diventato un grosso impegno e anche pesante, perché mi segue mio padre, con lo studio, e allora diventa ancora più pesante il tutto.
La seconda cosa che ho provato è stata la paura, perché era il periodo in cui i miei nonni da Napoli si sono trasferiti in Umbria e loro erano in pericolo, perché il covid 19 contagia soprattutto gli anziani (mia nonna ha 84 anni, ma mio nonno ne ha 94!!!)
Quindi dovevano stare attenti.
La terza cosa pensata è stato il lavoro, perché in casa siamo in sei e lavora solo mio papà, che è andato (come purtroppo la maggior parte delle persone) in cassa integrazione, quindi i soldi, che a stento bastavano prima, figuriamoci in cassa integrazione! Ma, per fortuna, da oggi 25 Maggio, papà lavora normalmente e lo pagano come prima!!