di Sabrina Lamia – La scuola, un luogo pieno di cultura, ansia, paura, ma anche fonte di tanta felicità e curiosità. Per me la scuola, guardata con gli occhi della fantasia, è un posto magico fatto di storia, frasi, esperienze, amicizie, delusioni, discese, ma anche grandi risalite. Un posto in cui si incontrano tantissimi ragazzi, ognuno con delle caratteristiche diverse, ma con un unica qualità, ossia la capacità di sognare. Si! Perché tutti i ragazzi sognano, sognano di essere invincibili, sognano la fama, sognano di cambiare il mondo, alcuni pensano di potercela fare ignorando tutto il sapere che li circonda, altri invece la ritengono una priorità per guardare con occhi diversi il futuro. Quel posto fatto di banchi, lavagne, libri è un posto fantastico, anche se a volte ci può sembrare noioso, ma solo non vivendolo più sentiamo la sua reale importanza e soprattutto la sua assenza. È un luogo dove la parola studio è sinonimo di conoscenza, perché studiare significa conoscere, apprendere cose nuove, che contribuiscono alla formazione della propria persona, e non vivere nell’ignoto perché ciò significa vivere nell’ignoranza la quale è sinonimo di inconsapevolezza, incompetenza che non fa altro che formare persone con poca personalità, ma soprattutto con poco cervello. In queste quattro mura si conoscono persone fantastiche, come ad esempio i compagni di classe, con cui ti confronti giorno dopo giorno, si conoscono i professori, con una grande voglia di trasmettere il loro sapere, le loro esperienze di vita. In tutto questo piccolo grande mondo fatto di cultura, sono loro la figura portante dell’intera istituzione scolastica, sono loro che grazie al nostra ansia di conoscenza riescono sempre di più a modellare la nostra persona, rendendoci più consapevoli di tutto ciò che ci circonda, sono anche coloro che ti fanno critiche costruttive affinché tu possa capire l’errore commesso in modo da non ripeterlo, e sono gli stessi che ti fanno un complimento se hai eseguito bene un compito o se hai agito bene in una determinata situazione.
Perché sono proprio i professori che ci preparano ad affrontare la vita che ci aspetterà alla fine di questi lunghi cinque anni di liceo.
Noi alunni non ci potremo mai dimenticare delle loro parole e delle loro storie, ciò vuol dire che loro un’impronta nella nostra vita l’hanno lasciata.
Il termine delle lezioni porta sempre a un mucchio di emozioni che si contrappongono fra di loro, sentiamo la felicità di andare in vacanza, di rilassarci e di fare ciò che si vuole senza pensare allo studio, ma percepiamo anche quella sensazione di nostalgia, dovuta alla mancanza di tutte quelle esperienze felici e non, vissute con i compagni. A volte mi domando come saremo quando tutto questo finirà, quando già avremo preso strade diverse, e saremo convinti di rimanere in contatto solo perché a volte riguarderemo quelle foto scattate insieme, illudendoci che tutta l’amicizia costruita in quei anni sia sempre la stessa; per far sì che ciò non avvenga bisognerà non sprecare tutto ciò, continuando a coltivare quei momenti vissuti insieme. È proprio come dice una frase citata nella lettera di un film, la quale dice ” che siamo tutti convinti di andare verso il cielo e non vi accorgiamo che in mezzo c’è il soffitto, però se saltiamo tutti insieme sto soffitto lo sfondiamo”.
Questo rappresenta per me la scuola, un trampolino di lancio nel sapere e nella cultura dei grandi autori, di donne e uomini che hanno fatto la storia, di filosofi che con le loro teorie hanno cercato di chiarire i loro e i nostri interrogativi, di scienziati che con le loro formule hanno cercato di trovare soluzioni a dei problemi ; ed è proprio questo che fa si che io oggi dico che la scuola è un agglomerato di cultura, che riesce ad emozionarmi giorno dopo giorno, e come dice una bellissima citazione di Malcom “la scuola è il nostro passaporto per il futuro, poiché il domani appartiene a coloro che oggi si preparano ad affrontarlo”.