di Giada Colasuonno 3^C
ATTESA… una parola che prima era una parola come le altre, ma che in questo momento ci sconvolge.
L’attesa di un abbraccio, di un incontro a cui prima non volevamo partecipare, l’attesa di riprendere a svegliarsi presto la mattina per poter ritornare nella nostra aula a ridere e scherzare. Spesso mi ritrovo a dire:” Non avrei mai pensato di dirlo, ma vorrei tanto ritornare a scuola”, ritornare ad abbracciare tutti voi compagni e professori anche soltanto per un momento per dirci un’ultima barzelletta per un’ultima risata- Purtroppo è arrivato un nemico che ci ha divisi tutti e ha anche un nome “Covid-19” un nome a cui all’ inizio non ho dato per niente importanza; pensavo fosse un qualcosa che non avrebbe sconvolto la nostra vita. Penso sempre che non doveva andare così proprio in questo momento, in questo anno perché questo sarebbe stato il nostro anno, l’anno in cui ci avrebbero atteso molte emozioni; sarebbe subentrata la grande gioia della nostra gita tutti insieme, l’ansia degli esami, la tristezza per la fine dell’avventura della scuola media. In questi due mesi ho capito che non c’era bisogno di aspettare che la gioia arrivasse con la gita: la gioia sarebbe arrivata semplicemente entrando nella nostra aula. La cosa che adesso desidero più di ogni altra, infatti, è ritornare tra quei banchi con voi e con tutti i professori, perché stando a casa ho avuto modo di riflettere molto sulla vita, sulle persone che ci circondano, sulle amicizie e anche molto su se stessi. Riflettendo ho capito che la gioia non bisogna cercarla in altre cose, lei c’è sempre ed ho imparato ad apprezzare le piccole cose anche solo il fatto di poter venire a scuola in questo momento sarebbe la cosa che farei con più gioia. Da quando questa lunga quarantena è cominciata tutti si ripetono che “Andrà tutto bene”, ma forse non è proprio così. Ho letto di un artista che ha detto:” Io ho paura e piuttosto preferisco dire che ho paura al posto di riempirmi con falsa positività dicendo che va tutto bene…”. Lui ha detto che la vita bisogna affrontarla, così come bisogna affrontare le paure, quindi guardiamo in faccia questo virus, chiamiamolo per nome per dargli consistenza e veridicità, impariamo a temerlo ma impariamo soprattutto a difenderci da esso. Solo così riusciremo realmente a sconfiggerlo e potremmo dire “Andrà tutto bene”. E non dimentichiamoci che “Andrà tutto bene” soltanto se ciascuno di noi fa e continuerà a fare la propria parte. Perché i mesi che seguiranno sono quelli più importanti e delicati che metteranno davvero a dura prova la nostra intelligenza, il nostro senso civico e il nostro rispetto…verso gli altri e verso noi stessi.
Insieme, ma distanti…Vi voglio bene !