Quest’anno, in occasione del Maggio dei Libri, il Gruppo Biblioteca Sensale ha intervistato lo scrittore Marco Marsullo, il cui ultimo romanzo: “L’anno in cui imparai a leggere” è molto piaciuto perché, attraverso un’agile scrittura, racconta una storia familiare commovente e coinvolgente. Qui di seguito pubblichiamo l’intervista.
1D. A causa dell’emergenza determinata dal coronavirus, “Il Maggio dei Libri”, campagna nazionale di promozione della lettura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, si svolgerà in modalità on-line, un’opportunità per continuare ad incontrarsi e coltivare, anche sul web, il piacere di leggere. Che cosa ne pensa di questa iniziativa e del connubio web e lettura?
1R. Penso che la lettura, come argomento, sia importante da trattare, e interessante da seguire, ovunque. Che sia dal vivo o sul web, cambia poco. Certo, dal vivo sarebbe stato meglio, l’impatto umano è sempre più suggestivo quando si parla di condivisione.
2D. Lei è un autore di successo, perché la sua scrittura è agile e lineare ed arriva dritta al cuore del lettore. Il mondo che descrive nei suoi romanzi è sincero e reale: si tratta, infatti, di uomini e donne estremamente normali, persone vere, che incontriamo quotidianamente. Quanto di autobiografico c’è nei suoi romanzi?
2R. Dipende dal romanzo. In linea di massima c’è sempre una traccia, una mania, un’ossessione. A volte molto piccola, quasi invisibile, altre volte esce fuori in maniera più prepotente. Ma non è mai la cosa importante, perché l’autobiografismo, anche emotivo, serve solo quando intercetta quante più persone possibili tra i lettori, fino a spersonalizzarsi.
3D. Il suo ultimo romanzo: “L’anno in cui imparai a leggere” ci ha colpiti particolarmente e ci ha fatto entrare in una dimensione, che noi giovani conosciamo bene: quella della famiglia e del rapporto con i genitori. Niccolò, il protagonista del suo romanzo, si trova ad affrontare il ruolo di padre di un bambino, Lorenzo, che non è suo figlio. Lei racconta di una paternità anomala. Qual è il segreto, a suo parere, per essere un buon padre?
3R. L’ascolto. E la comprensione delle differenze. Spesso, quasi sempre e per fortuna, i figli sono un’altra cosa rispetto ai genitori. Questo va ascoltato, capito e accettato.
4D. Nel suo romanzo entra nel mondo dei bambini, un universo difficile e nello stesso tempo semplice. Lorenzo è un bambino di quattro anni, che la madre ha lasciato a un perfetto estraneo, per inseguire i propri sogni. Nel romanzo leggiamo:
I bambini, quando ti regalano un metro, te ne chiedono in cambio due. A differenza dei cuccioli delle altre specie, non basta farli giocare e fargli le coccole. Devi dargli ogni cosa, la leggerezza e l’intensità, la serietà e la sincerità più grande che puoi. Tutto ciò che non sei mai riuscito neanche a dare a te stesso.
Come è riuscito a calarsi nel mondo dei bambini, così incomprensibile e complesso?
4R. Adoro i bambini. Osservandoli, ascoltandoli, appunto. Ci lavoro da qualche anno, faccio scrittura creativa con loro, e sono stati una scoperta fantastica.
5D. Concludiamo rivolgendole un’ultima domanda, che spesso facciamo agli autori che incontriamo: “Qual è il libro che lei ha sul comodino e quali letture consiglia a noi giovani?”
5R. Ora sto rileggendo Open, la biografia di Andre Agassi, il mio tennista preferito. È un libro fantastico. E ai ragazzi consiglio di leggere qualche scrittore americano, Roth, McCarthy, Eggers, John Fante, Cristopher Moore. La letteratura americana ha un respiro più ampio e rapido della nostra, può essere utile per affacciarsi al mondo dei libri.
Il Gruppo Biblioteca Sensale ringrazia lo scrittore Marco Marsullo di avere accettato di rispondere alle domande rivoltegli via e-mail.
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