Quando ci siamo riuniti (virtualmente, si intende) per pensare il numero di Maggio, abbiamo scoperto, complimentandoci a vicenda per la nostra perspicacia, due cose:
1) Maggio è un mese pieno di ricorrenze
2) In quest’ultimo periodo abbiamo letto tutti qualche libro in più, e guardato tutti qualche film-serie in più.
Vi offriamo quindi, in questa uscita di mezza primavera, recensioni a iosa (roba impegnativa, ma non vi anticipo nulla…) e penetranti riflessioni sulle ricorrenze di cui sopra. Anzi, ci vogliamo rovinare, in alcuni pezzi di autentico funambolismo giornalistico potrete trovare ENTRAMBE le cose…
Bravi, direte voi, vi siete goduti una quarantena oziosa, rilassante e piena di tempo libero; tra filmettini, libelli e occhiate annoiate al lunario accompagnate da beote espressioni di stupore del tipo: “Oh guarda, oggi è rosso, chissà come mai…”. E avete pure saltato il numero di Aprile!
Non è proprio così cari lettori (eccetto per la parte sul numero di Aprile, ma in questo modo almeno possiamo dire pure noi di essere “ripartiti”, come tutti gli altri…), perché nelle nostre parche, austere e domestiche esistenze ha fatto ormai da tempo irruzione DAD (di solito questo mostruoso acronimo è preceduto dall’articolo femminile: “la DAD”, ma a ben vedere si potrebbe chiamare anche “il DAD”, nel senso del Grande Padre, da cui tutti noi dipendiamo: Padre onnipresente eppure invisibile…)
Era inevitabile che si finisse col parlarne, e ben tre degli estratti di giornalismo precoce che vi state accingendo a leggere affrontano più o meno direttamente il tema. Che ci manca della cara vecchia scuola? Come stanno affrontando questo periodo i disgraziati maturandi? Come lo stanno affrontando i disgraziati non maturandi? Ma soprattutto, chi è DAD? Dopo alcuni mesi di convivenza forzata forse qualche risposta la si può anche tentare. Del resto, è quasi doveroso tracciare dei bilanci, dal momento che anche quest’anno scolastico, di cui forse ricorderemo non solo e non tanto i desueti oggetti culturali con cui ci siamo posti in contatto, volge al termine.
Non resterebbe, dunque, che augurarvi buona estate, se non fosse per il fatto che, probabilmente, il concetto di “estate buona” che tutti noi abbiamo in mente difficilmente corrisponderà in pieno a quella che ci apprestiamo a vivere (con spiagge contingentate, aperitivi mascherati ecc)
E poi si vocifera di un numero estivo, per cui, a questo punto, si potrebbe optare per un: ci risentiamo…
PS: ah, c’è anche la ricetta..