a cura di Samuele Vallone – scuola secondaria di I grado –
14 marzo 2020
Caro diario,
viviamo una situazione di emergenza. Non credo che qualcuno fosse preparato al riguardo, e devo essere sincero sono un po’ impaurito. Non tanto per me, ma per mio padre che lavora tutti i giorni in ospedale e per i miei nonni che sono abbastanza giovani ma hanno un po’ di malanni.
Come una bomba, inaspettatamente è arrivato un virus dalla Cina, sono diverse le scuole di pensiero; alcuni dicono che sia passato da alcuni animali all’uomo e il contagio sia avvenuto in un mercato cinese affollatissimo e con scarse condizioni igieniche, qualcuno dice sia stato costruito in laboratorio e quindi studiato tutto a tavolino per mettere in atto delle strategie utili alla Cina per diminuire la sua numerosissima popolazione (mi sembra una grossa scemenza ) per far crollare l’economia dei paesi mondiali più forti, tra cui America, Russia, Cina, Germania ecc…. per far arricchire le case farmaceutiche per sperimentare vaccini e uso di farmaci, disinfettanti ecc….
Giravano già un po’ di voci online, sui giornali, ai tg, perché la Cina per salvare la sua popolazione ha chiuso tutte le città. Anche in Italia si è usata la stessa strategia.
Il pomeriggio in cui è apparso il presidente del Consiglio mi batteva forte il cuore come se ci fossi stato io in quella sala stampa piana di giornalisti con tantissime tv collegate e la gente con gli occhi fissi su di me. Ho invidiato il sangue freddo del presidente Conte, non sembrava per niente agitato eppure stava prendendo decisioni importantissime per il paese.
Alcune volte quando io sono agitato mi sembra che gli altri possono sentire battere il mio cuore, vedere il panico nel mio sguardo e capire che il sudore che mi bagna la fronte è sintomo di terrore. E’ una cosa che non so nascondere e mi infastidisce perché se la persona con cui parlo lo capisce può attaccarmi e distruggermi in un attimo.
Comunque il presidente ha deciso di chiudere tutto e mettere il paese il quarantena.
Che angoscia, l’unica cosa che mi piace di tutta questa situazione assurda è che non andiamo a scuola.
Va beh vado a cena, se riesco scrivo domani.
Ciao da Samuele