Ogni uomo è una zolla di terra: nella terra secca, si formano tante venature che dividono grossolanamente la terra stessa e vanno a formare delle zolle le quali, solo dopo essere bagnate, si uniscono, formando quindi un terreno compatto; bene le zolle sono gli uomini e l’acqua è Dio! Sì perché egli ci unisce mediante l’acqua che rappresenta anche la fede cristiana ma significa anche che senza di lui gli uomini vivrebbero senza unirsi, senza amore, sterili. Ma gli uomini non vogliono questo! Gli uomini sentono il forte desiderio di socializzare, di vedersi, di percepire con i sensi le emozioni gli stati d’animo che comporta il vivere in comune. Noi viviamo oggi un periodo molto difficile che è quello dell’emergenza sanitaria. Questo stesso periodo ci ha portati a separarci dai nostri affetti,formando un terreno pieno di zolle. Gli uomini allora si sono chiesti: dov’è quell’acqua che ci unisce e che porta allo sbocciare del seme? Siamo forse soli? La risposta a queste domande va cercata dentro di noi. Scavando nel più profondo dei nostri cuori scopriamo che quell’acqua non ci ha abbandonati perché “Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto; e non turba mai la gioia de’ suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande”.

E’ proprio in questi momenti che Dio ci è più vicino e ci osserva con fare di padre premuroso, che guarda il suo figlioletto muovere i primi passi in un spazio vuoto senza nessun ausilio se non la mano del padre che gli infonde sicurezza. L’uomo in questo periodo è proprio quel bambino che con paura ma tanta curiosità muove i suoi primi passi e Dio è quella mano che ci viene data in aiuto. Sono proprio questi i periodi più bui della nostra vita i quali ci aiutano a crescere e a maturare aspettando quell’ACQUA che aiuta le zolle ad unirsi per far sbocciare il fiore, il fiore della vita.