Salve a tutti. Il 3 Maggio si ricorda la Giornata mondiale della libertà di stampa.
Secondo il sito della Treccani, “Nella dottrina dello Stato costituzionale, liberale e democratico, la l. di s. rappresenta una delle manifestazioni fondamentali della libertà individuale. Essa, oltre a consentire la libera espressione del pensiero e quindi il dibattito pubblico su qualsiasi argomento, permette anche ai cittadini di ‘controllare’ l’operato del potere. Nella Costituzione italiana è garantita dall’art. 21, 1° comma.”
non dimentichiamo che la libertà di stampa rientra tra i diritti umani, infatti essa è tutelata nell’articolo 21.
Ma esiste oggi la libertà di stampa?
Osservando la carta tematica sopra, il nostro Paese ha perso quattro posizioni, scendendo dal 73° posto del 2015 al 77° (su un totale di 180 Paesi) del 2016.
L’Italia è il fanalino di coda dell’Ue, che è comunque l’area in cui c’è maggiore tutela dei giornalisti, seguita soltanto da Cipro, Grecia e Bulgaria.
Secondo un’indagine francese, fra i motivi, che peggiorano la situazione italiana, è il fatto che «fra i 30 e i 50 giornalisti» sarebbero sotto protezione della polizia per minacce di morte o intimidazioni.
Nell’indagine si parla anche di procedimenti giudiziari nei confronti per i giornalisti che hanno scritto sullo scandalo Vatileaks (la fuga di informazioni riservate sulla Città del Vaticano venute fuori nel 2012 e nel 2015).
I giornalisti in maggiore difficoltà in Italia sono quelli che fanno inchieste su corruzione e crimine organizzato; basta pensare a giornalisti come Ilaria Alpi con Miran Hrovatin, Waltter Tobagi, Carmine Pecorelli, Giuseppe Alfano, Giuseppe Fava, Giovanni Spampinato, Mauro De Mauro e tanti altri.
Per farsi un’idea dell’allarmante situazione italiana basta dare un’occhiata alla classifica: ci precedono Paesi come Tonga, Burkina Faso e Botswana.
La libertà di stampa è peggiorata quasi ovunque nel 2015. Ma per la prima volta l’Africa mostra una situazione migliore dell’America, a causa della violenza crescente contro i giornalisti in America latina, mentre l’Asia continua a essere il continente nella situazione peggiore. L’Europa rimane l’area in cui i media sono più liberi, anche se vi è un indebolimento del suo modello.
Dei 180 Paesi valutati, la Finlandia continua ad essere quello in cui le condizioni di lavoro per i giornalisti sono le migliori, infatti è in cima alla classifica dal 2010; seguita da l’Olanda, che nell’ultima indagine guadagna due posti, e la Norvegia, che ha perso la seconda posizione.
Russia, Turchia ed Egitto sono rispettivamente al 148°, 151° e al 159° posto. Fanalini di coda Turkmenistan (178°), la Corea del Nord (179°) e l’Eritrea (180°).
Grandi progressi si sono avuti, invece, in Tunisia, che passa dal 126° al 96° e in Ucraina, dal 129° al 107°.
In questi giorni, in cui il Covid 19 ha provocato una pandemia, in alcuni paesi la libertà di stampa è molto limitata e molti giornalisti sono stati aggrediti, alcuni anche imprigionati per aver denunciato traffici illegali di mascherine o per aver dichiarato il reale numero dei contagiati.
Si dice ch attualmente circa 250 giornalisti sono in prigione sia per queste denunce sia per molte altre che hanno a che fare con chi è al potere.
D. Bonaventura