Che dire? “Uscire di casa: fatto”. Ora potrò aggiungere questo nel mio taccuino fra i posti visitati dopo la quarantena. Non è certo uno dei primi dove sarei voluta andare, ma così mi è toccato!
Di ANTONELLA MALLARDI – E fu così che dopo 2 mesi il sogno, anzi l’INCUBO era arrivato… Attrezzata con la mia armatura (mascherina, guanti e gel igienizzante), iniziò l’odissea odontoiatrica. Arrivata allo studio dentistico, le mie gambe sembravano fare come MICHAEL JACKSON in un suo balletto: andavano all’indietro; ma alle mie spalle c’erano mamma e papa che, come due guardie carcerarie, mi portarono all’interno dello studio dentistico. Entrando, mi venne incontro un’astronauta: era la mia dentista, vestita con un’enorme tuta ad aria… Mi sembrava un gonfiabile enorme, mi veniva anche voglia di giocare e di saltarci su. Fece a me e ai miei genitori qualche domanda, tipo: dove fossi stata, se avessi sintomi come tosse, dolori muscolari e cose noiose del genere… Aspettammo un po’ di tempo e finalmente arrivò il mio turno…