//Federico II

Federico II

di | 2020-05-02T17:43:43+02:00 2-5-2020 17:43|Alboscuole|0 Commenti
Nipote di Federico Barbarossa, Federico II fu considerato da alcuni una “meraviglia del mondo”, per altri fu invece l’Anticristo e per altri ancora il Messia. Per tutta la prima metà del XIII secolo, l’imperatore svevo si mosse con spregiudicatezza nello scenario politico e lo influenzò fortemente, tanto da esserne protagonista per un cinquantennio. Il centro della sua politica fu il Regno di Sicilia e la sua corte a Palermo fu il luogo d’incontro delle culture cristiana, araba, ebraica e greca Federico nacque il 26 dicembre 1194 a Jesi, nelle Marche, dall’imperatore Enrico VI di Svevia e da Costanza d’Altavilla. Attorno al giovane erede, rimasto orfano di padre a tre anni e di madre a soli quattro, si scatenarono da subito insidiose manovre. In previsione di ciò, la madre Costanza, morendo, aveva affidato la reggenza del regno e la tutela del figlio a papa Innocenzo III. Malgrado questo, però, furono i cavalieri tedeschi incaricati dallo zio di Federico Filippo, che allora regnava in Germania, a prendere in mano la situazione nel regno meridionale e a occuparsi del bambino. Il papa Innocenzo III tornò a influire direttamente sulla vita di Federico solo qualche anno più tardi: nel 1208 lo dichiarò maggiorenne e nel 1209 lo fece sposare con Costanza d’Aragona. Più tardi Federico cercò di affermare la sua sovranità sul regno, ma fu osteggiato da rivolte in Sicilia e Calabria. Intanto, l’imperatore Ottone IV rivendicava i suoi diritti sul Regno di Sicilia e discese in Italia. Con ciò provocò la reazione del papa, il re di Francia e molti principi tedeschi, che temevano l’unione tra l’Impero e il regno italiano. Federico fu il loro strumento e nel 1211 un’assemblea di principi tedeschi, deposto Ottone, decise di invitare in Germania Federico per incoronarlo re dei Romani e designarlo alla successione imperiale. Federico intraprese il viaggio verso nord e, in tal modo, obbligò Ottone a interrompere la sua campagna militare. Il 25 luglio 1215 venne incoronato re dei Romani ad Aquisgrana. In quella stessa occasione egli s’impegnò a bandire una crociata che per anni non fece, fino a quando un nuovo papa, Gregorio IX, nel 1227 lo colpì per ciò con la scomunica. Federico fu costretto a partire, ma la sua fu un’impresa particolare: invece di combattere intraprese un lungo negoziato con il sultano d’Egitto, ottenendo la consegna di Gerusalemme, Betlemme, Nazareth e garanzie di movimento per i pellegrini. Lasciata la Germania, Federico si stabilì nel Regno di Sicilia, che egli si impegnò a trasformare. Riformò i tribunali e l’amministrazione del regno, emanò una serie di leggi tra cui le Costituzioni di Melfi (1231), si sforzò di realizzare uno Stato organizzato che non prevedeva soltanto obblighi dei sudditi nei confronti del governo, ma anche dello Stato nei confronti dei sudditi. Era una novità assoluta. Federico favorì anche lo sviluppo dell’economia del regno, cercando di rivitalizzare le città. Nel 1224 Federico istituì a Napoli la prima università statale. Federico non aveva mantenuto gli impegni presi col papa. Non solo la sua crociata era finita con un negoziato, ma egli non aveva nemmeno rinunciato al Regno di Sicilia, come gli era stato richiesto da Innocenzo III. La tensione col papato toccò il limite di guardia in più occasioni e soprattutto durante lo scontro con i Comuni che volevano preservare la propria autonomia. A tal fine essi risuscitarono la Lega lombarda che s’era già opposta per gli stessi motivi a suo nonno, Federico I Barbarossa. Nel 1237 a Cortenuova Federico sconfisse la Lega, ma impose una resa incondizionata. La lotta allora riprese e questa volta al fianco dei Comuni si schierò anche il papa, che lo scomunicò per la seconda. Federico presso Parma, subì una grave disfatta; l’anno dopo i Bolognesi catturarono a Fossalta Enzo, figlio prediletto dell’imperatore (morto prigioniero nel 1272). La sete di sapere spinse Federico II a ospitare presso la sua corte importanti personalità della cultura. Alla sua iniziativa si devono le traduzioni di opere della tradizione filosofica greca e araba fino allora sconosciute. Federico ebbe poi rapporti col celebre matematico Leonardo Fibonacci, con dotti ebrei, arabi e greci. Personalità di rilievo al suo fianco fu quella di Pier delle Vigne, che fu suo stretto collaboratore. Favorì la scuola poetica siciliana ed egli stesso compose poesie amorose. Collezionò sculture e cimeli antichi e si fece riprodurre copie di opere del passato; inoltre seguì personalmente il progetto della Porta di Capua, un monumento ricco di riferimenti all’antichità romana. Sviluppò nel regno una rete di castelli, per esigenze di controllo ma anche per favorire i suoi svaghi, come la caccia: il più celebre è Castel del Monte. L’imperatore morì mentre cercava di reagire alle disfatte subite in Italia settentrionale. La fine avvenne nel suo luogo di soggiorno preferito, Castel Fiorentino (presso Foggia), il 13 dicembre 1250. La salma fu portata a Palermo e collocata in un sarcofago nella cattedrale. Nel suo testamento designò il figlio Corrado come erede e, nell’attesa dell’arrivo di questi dalla Germania, il figlio naturale Manfredi come reggente. Morto Federico, i suoi nemici ebbero il sopravvento e gli Svevi persero quel Regno di Sicilia che aveva conosciuto un periodo di così alto splendore. M. Fabiano- F. Petrosino – S. Sarnataro 1^H