di Matteo Gatto – #omaggioarodari #binomiofantastico #andratuttobene-
In un paesino, situato in una profonda valle e circondato da altissime montagne, vivevano, in case blindate e protette, temibili virus creati dal mago Virusandro. Il mago coltivava questi virus solo per amore della scienza e per approfondire le sue conoscenze. Un giorno, però, accadde un evento imprevisto:il fiume che scorreva nella valle, a causa delle abbondanti piogge, straripò, inondò il paese e liberò i terribili virus. A nulla servirono gli sforzi del mago per fermare la fuga delle sue creature di cui conosceva la pericolosità, lui stesso fu vittima della furia dell’acqua. I virus, intanto, felici della libertà acquistata, scorazzavano in paesi e città diffondendo le loro malattie, incuranti dei morti e del dolore che si lasciavano alle spalle. La notizia dell’arrivo di questi temibili nemici arrivò nel regno di Coronata governato dal saggio re. Egli cercò in tutti i modi di fermare l’avanzata dei virus. Mandò il suo fortissimo esercito e i suoi più valorosi guerrieri ma nessuna arma si mostrò efficace contro i virus. Gli abitanti del regno avevano paura e si chiusero nelle loro case. Tutto cambiò all’improvviso. Le strade erano deserte, le botteghe chiuse, le piazze vuote, si sentiva solo silenzio. Il re, intanto, era molto preoccupato e si aggirava pensieroso nelle stanze del castello. Una notte, mentre guardava la luna affacciato alla finestra, gli apparve il mago Virusandro che gli svelò il modo per uccidere i virus: tra le pietre preziose della sua corona vi era un grosso smeraldo la cui luce era in grado di uccidere i virus; esso, però, sprigionava la sua luce solo quando il sole era alto nel cielo, a mezzogiorno. Il giorno seguente il re, vestito con una splendente armatura e con la sua preziosa corona, andò incontro alle paurose creature che erano, ormai, alle porte della città. Era mezzogiorno e la luce del sole colpì lo smeraldo che immediatamente rilasciò un raggio verde che sciolse i terribili virus. Gli abitanti del regno, liberati dalla paurosa epidemia, acclamarono e accolsero il loro re come un liberatore.