di Maria Di Bello – 3^C –
Sono ormai settimane che sentiamo parlare del “coronavirus”. Questa piaga, trasformatasi solo pochi giorni fa in una pandemia a tutti gli effetti, sta colpendo il nostro pianeta. Il virus si è sviluppato in Cina, nella città di Wuhan, e da lì i contagi sono aumentati notevolmente, diffondendosi in tutto il Paese. Quando la situazione in Cina era ancora molto critica, questo si è espanso fino in Europa, colpendo la nostra Italia, ma anche la Spagna, l’Inghilterra e la Francia. Anche negli Stati Uniti le condizioni stanno diventando giorno dopo giorno sempre più critiche. Per cercare di prevenire e di ridurre il più possibile il numero di contagiati e di morti, oltre alle varie raccomandazioni che ci sono state fatte, la quarantena è sicuramente la soluzione più efficace. Solo restando a casa e rispettando i decreti che vengono spesso aggiornati e resi sempre più “severi” possiamo salvare le nostre vite. È vero che non ci è stato chiesto di andare in guerra, ma restare a casa non è per niente facile sia per i lavoratori, ma anche per i bambini e per noi ragazzi. Sono molti i disagi che stiamo vivendo. Per i lavoratori questo problema va ad intaccare la situazione economica delle loro famiglie. Tornando però a noi giovani, la nostra privazione più grande è non poter frequentare gli istituti scolastici, infatti stiamo studiando da casa attraverso vari generi di piattaforme. La mattina, secondo orario scolastico, facciamo delle videolezioni, e il pomeriggio ci teniamo impegnati svolgendo i compiti assegnati dai professori. Purtroppo, la scuola digitale non è come quella tradizionale, e credo che per noi studenti a volte sia anche più difficile seguire e mantenere l’attenzione nel corso di queste lezioni innovative. Andare a scuola, oltre che essere importante per il nostro futuro, ci permette anche di instaurare rapporti con altri compagni, di conoscere ogni giorno nuove persone, di sentire il calore e il sostegno dei nostri amici, soprattutto nel momento del bisogno. Tutto questo ci è stato vietato da un momento all’altro. Non sappiamo ancora quando e se potremo riprendere le attività scolastiche, e nel peggiore dei casi ritorneremo addirittura a settembre. I ragazzi che dovranno affrontare la maturità sono sicuramente preoccupati per l’esito di quest’ ultima, invece gli alunni più piccoli, ossia quelli che a settembre inizieranno le medie, potrebbero trovarsi più in difficoltà. Per i bambini, infatti, non è facile affrontare questa situazione. Non possiamo spiegare loro come stanno davvero le cose perché non tutti lo capirebbero fino in fondo, ma, nonostante la loro tenera età, stanno dimostrando di essere più maturi e meno capricciosi di molti adulti che si ostinano a sottovalutare il problema. Quasi tutti i genitori hanno cercato di far svolgere ai loro figli qualsiasi tipo di attività nella speranza di non farli annoiare e di riempire così le loro giornate. Ad esempio, molti hanno realizzato un cartellone con la scritta “Andrà tutto bene” e un grande arcobaleno colorato, usando anche lenzuola e creando dei veri e propri striscioni da appendere fuori casa. I bambini quindi sono stati i primi a lanciare un messaggio di positività e speranza in questo clima di terrore e disperazione. Proprio oggi, al telegiornale è stata data la notizia della decisione del Viminale di regalare una boccata d’aria ai figli minorenni che potranno uscire uno per volta accompagnati da un genitore. Secondo il mio parere questa, per quanto possa sembrare un inizio di libertà, è una mossa azzardata che purtroppo potrebbe vanificare tutti i sacrifici fatti fino ad oggi. Per noi ragazzi, restare a casa sta diventando sempre più frustrante. Sono stati chiusi centri sportivi, scuole di danza, palestre, e piscine. Spesso questi luoghi sono fondamentali, perché fare attività ci permette di distrarci un po’ dalla scuola e dalle nostre vite in generale, ma soprattutto di stare in salute, che alla nostra età è davvero importante. Personalmente, non faccio sport da parecchio, ma ho frequentato una scuola di danza per sei anni, e se avessi dovuto interrompere la mia routine all’improvviso, come hanno dovuto fare molti ragazzi, non credo sarebbe stato così facile. È triste pensare di dover trascorrere la Settimana Santa lontano da parenti e amici e non poter vivere le emozioni che ci vengono regalate, anno dopo anno, dalle tradizioni dei nostri paesi e delle nostre famiglie. Proprio in questo periodo avremmo organizzato uscite e pic-nic all’aria aperta nei giorni di San Giuseppe, usanza di alcuni paesini del nostro comune, e a Pasquetta. Può sembrare che a noi ragazzi piaccia isolarci e chiuderci nel nostro mondo fatto solo di tecnologia, ma negli ultimi periodi stiamo imparando ad apprezzare la natura e a trascorrere del tempo all’aria aperta, facendo lunghe e salutari passeggiate nelle stradine di campagna. Questo sarebbe stato il periodo più adatto per passare dei pomeriggi fuori con i nostri amici, ed effettivamente da qualche mese a questa parte anche io e i miei compagni avevamo preso l’abitudine di andare a camminare quando era bel tempo e, ovviamente, quando eravamo liberi da compiti o impegni scolastici. Purtroppo, come tutti, abbiamo dovuto interrompere questa che ormai stava diventando la nostra quotidianità. Credo che, paradossalmente, la nostra fortuna siano i social. Da quando è iniziata la quarantena, questi ultimi sono diventati una forma di salvezza per noi, perché sono il modo più semplice per restare in contatto. Una delle cose che a noi adolescenti piace fare di più è sicuramente vedersi a casa di uno di noi per guardare un film insieme su Netflix o qualche puntata della serie tv del momento, soprattutto quando è una brutta giornata e non possiamo uscire. Spesso le ragazze amano trascorrere i pomeriggi preparando dolci e facendo merenda insieme. Guardano i post online di brand famosi e parlano di moda e di fare shopping. Questo era proprio uno dei programmi che avevamo io e le mie amiche, ma ovviamente, a causa dell’emergenza, non abbiamo più potuto. Come dicevo, il lato positivo dei social è che ci permettono di sentirci vicini in qualsiasi momento anche quando in realtà non lo siamo per niente. Noi giovani, a maggior ragione durante il periodo della quarantena, ci scriviamo molti messaggi, inviamo video divertenti, note vocali, e ci vediamo attraverso le videochiamate. Mi ritengo molto fortunata, perché in questi lunghi venti giorni non mi sono mai sentita sola o abbandonata dai miei amici. Certo, è normale sentirsi giù ed essere pessimisti, anche perché da quando siamo nati non ci è mai capitato nulla del genere, però devo ammettere che nel momento del bisogno loro ci sono sempre stati per me, e anche io per loro. La chiusura drastica di bar, negozi, centri commerciali, ristoranti, locali o discoteche, è stata quasi uno shock. Nelle grandi città alcuni di questi hanno un po’ tardato a chiudere, infatti noi adolescenti inizialmente avevamo un atteggiamento di strafottenza verso l’allarme del COVID-19, e molti di noi lo hanno dimostrato continuando a vivere le loro vite normalmente e continuando ad uscire e a frequentare luoghi affollati come se nulla stesse accadendo. Questo si è potuto constatare dalle risposte di molti ragazzi intervistati fuori dai locali delle grandi città e non solo, quando il virus doveva ancora mietere centinaia e centinaia di vittime. Negli ultimi giorni sembra però che la maggior parte di noi abbia preso coscienza della gravità del problema. Sembra lontano il ricordo dell’ultimo sabato sera trascorso in piazza con i miei amici. Devo ammettere che è davvero molto pesante sentirsi chiusi in casa, in particolar modo se si è adolescenti e l’unica cosa che si desidera alla nostra età è la libertà. Quindi, anche una normale uscita nei nostri piccoli paesi, ci faceva sentire vivi e felici. Forse nelle città più grandi tutto è stato ancora più sconvolgente, perché realtà come Milano sono famose proprio per la vita notturna e il divertimento. È triste vedere le strade della nostra bellissima Italia quasi deserte, i monumenti lasciati lì, senza nessun turista ad ammirarli e a scattare foto, le nostre chiese, i teatri, le piazze… Sembrano scene tratte da un film, e ciò sembrava essere lontano da noi e dalla nostra realtà, ma è accaduto. L’intero Paese sembra essersi fermato. Il mondo intero si è fermato. Il lato positivo di questo incubo è che stiamo imparando a trascorrere più tempo con le nostre famiglie e che sicuramente tutto ciò ci sta permettendo di crescere e di apprezzare i piccoli gesti e soprattutto la vita, che un giorno ci verrà restituita. Nessun abbraccio sarà mai più bello e il solo pensiero mi emoziona.