di Giulia Grignano -Nella vita ci sono momenti in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. C’è una forma di omertà innata nel genere umano che deriva dalla paura di ricevere un danno irrimediabile dall’esporsi, dal denunciare nomi o fatti, con conseguenze che potrebbero incidere sul quieto vivere di ciascuno. La rottura dell’omertà, in genere, implica un diffuso solidarismo sociale, uno scarso potere di dominio del più forte sul più debole. L’omertà è il valore di chi è costretto a vivere, lavorare e rischiare ogni giorno nei propri territori. Tutti sanno, ma nessuno prende posizione, tutti sanno, ma nessuno ne parla; questo è l’aneddoto dell’omertà.
Oggi, tempo in cui il crimine è integrato nella società, possiamo dire che trova appoggio in essa ed è per questo che l’omertà continua ad esistere. Nel nostro territorio, come da altre parti, l’omertà è la vera amica della sicurezza di un giovane, l’ombra del silenzio sulla realtà, è il grande muro da superare per risolvere il problema. In alcuni contesti stabiliamo l’omertà, il silenzio su un delitto e sulle sue circostanze in modo da ostacolare la ricerca e la punizione del colpevole, sia per interessi pratici o di consorteria, oppure per paura.
Quando si parla di bullismo non ci si stupisce del fatto che esistono ragazzi prepotenti e violenti e neanche del fatto che ci siano ragazzi fragili e vittime, ma del fatto che ci siano spettatori. Gli spettatori, quelli che vedono, sentono, sanno e non fanno nulla. A parer mio, devono essere i genitori ad educare i propri figli a rompere il silenzio perché l’unico silenzio utile nella vita è quello destinato all’ascolto dell’altro e all’ascolto di se stessi. Quando, invece, il silenzio è quello subito, quello mosso dalla paura, dal timore di perdere la tranquillità, quando il silenzio è quello ignobile dell’ “ io mi faccio i fatti miei “, allora dobbiamo ammettere che viviamo in modo omertoso. Se ci impegniamo a praticare l’empatia, nelle scuole e in famiglia, avremo in futuro degli adulti migliori. Se ci impegniamo a non proteggere quelli che sbagliano, ma a richiamarli a rispondere delle loro azioni, andrà meglio.
Nel mondo ci saranno sempre persone che commettono azioni scorrette. L’unico modo per arginarle e, quindi, paradossalmente anche per aiutarle, è rompere il silenzio.
L’omertà è un brutto veleno nelle relazioni.