Di Sara Boccino-3^E
Lo scopo di questo testo è quello di raccontare gli effetti e le reazioni sociali provocati dalla Peste Nera nell’ Europa medievale, evidenziando gli errori del passato, figli dell’’egoismo e della ricerca di un capro espiatorio.
La Peste Nera fu la più grande pandemia che la storia ricordi. Venne portata in Europa dall’Oriente, più precisamente dalle zone della Mongolia e del deserto del Gobi e risultava essere una malattia endemica tra i roditori. Nel 1331 comparve nell’Impero Cinese e da lì venne portata in Europa. I topi furono considerati i responsabili della peste ma oggi si affacciano altre ipotesi. Come illustrato da un articolo di “Repubblica.it”: «una ricerca congiunta delle università di Oslo e Ferrara smentisce quella versione dei fatti: la causa della diffusione della “Black Death” (il cui nome deriva appunto dal Rattus Rattus o topo nero) non furono i roditori che vivono nella spazzatura delle nostre città, bensì’ l’uomo, attraverso un contagio diretto avvenuto tramite pulci e pidocchi. Gli studiosi hanno elaborato tre modelli: la diffusione della peste nera da parte dei ratti; la trasmissione del morbo per via aerea; la trasmissione attraverso pulci e pidocchi che vivevano su esseri umani e sui loro vestiti. In sette casi su nove, è risultato che “il modello dei parassiti umani” rifletteva meglio la maniera in cui la peste si è moltiplicata e ha fatto vittime. “La conclusione è molto chiara – afferma il professor Stenseth. – Sono stati i pidocchi umani. E’ improbabile che la peste si sarebbe diffusa così rapidamente se fosse stata trasmessa dai ratti. L’ipotesi più verosimile è la trasmissione umana, da persona a persona”». Il contagio dalla Cina alle altre aree si diffuse rapidamente, grazie soprattutto al commercio tra Oriente ed Occidente. Le prime testimonianze scritte sono state rinvenute presso il lago Issyk-Kul, una tappa obbligatoria sul cammino della Via della Seta. Colpì l’Europa tra il 1347 e il 1351 e uccise circa 20-25 milioni di persone, ovvero circa un terzo della popolazione mondiale del tempo. Non tutta l’Europa venne colpita allo stesso modo: alcune zone furono quasi completamente risparmiate mentre altre, come l’Italia settentrionale, soffrirono di conseguenze alquanto catastrofiche.
Nel Medioevo il termine “peste” (dal latino pestis “distruzione”, “rovina”, “epidemia”) stava ad indicare numerose malattie caratterizzate da epidemicità e da un alto tasso di mortalità. All’epoca pochi avevano il privilegio di morire di vecchiaia: la maggior parte della popolazione periva per malattie e alla guerra. Non era una novità l’arrivo di una nuova malattia ma, nel caso in cui i morti aumentassero a dismisura e in maniera imprevedibile, si tentava di dare una spiegazione la quale, nella maggior parte delle volte, aveva natura soprannaturale. La diffusione era presente tra gli uomini, le donne, i vecchi e persino nei i bambini. Morivano nelle case e anche per le strade. I morti erano tanti e gli uomini reagivano in maniera contraddittoria. C’era chi fuggiva, persino chi avrebbe avuto delle responsabilità nei confronti della comunità, pur di scampare ad una morte quasi certa. Altre persone, al contrario, festeggiavano i pochi giorni che gli rimanevano con dei banchetti, come se ogni momento potesse essere l’ultimo. Numerosi furono i cittadini che invece riponevano la propria salvezza nel Signore, sperando di poter così eludere una condizione permanente ed irreversibile: la morte. Benché molti reagissero pensando solo alla propria immunità, non mancarono di certo i “profeti”: a loro parve che la pandemia fosse un segno divino volto alla punizione verso i numerosi peccati commessi dagli uomini. Questa credenza portò alla caccia di un colpevole, il quale la maggior parte delle volte era rappresentato da ebrei, streghe, prostitute e vagabondi usati come capri espiatori che venivano, nel peggiore dei casi, uccisi. La punizione prevedeva il rogo e la distruzione delle case, arrivando alle esecuzioni di massa, come con gli eretici. All’apice del contagio, la Peste Nera indebolì i legami fondamentali su cui la società era fondata. Ognuno pensava unicamente a se stesso e a come sopravvivere, fino alle conseguenze più estreme, come la morte per fame. Vennero emanati dei rigidi regolamenti sulla sanità che prevedevano la bruciatura dei corpi esanimi. I rimedi riservati ai malati erano scarsamente efficaci quando non del tutto inutili: piante ed erbe aromatiche da tenere in bocca come protezione, acqua di rose e aceto per lavarsi le mani, l’imposizione di aprire solamente le finestre rivolte a nord ed altre supposizioni bizzarre.
Il forte calo democratico ebbe effetti sulle campagne e sulle città d’Europa; col precedente aumento demografico la produzione era cresciuta ed erano sorti nuovi villaggi. con l’epidemia si ebbe l’effetto contrario: i villaggi vennero abbandonati, i campi rimasero incolti, le città si dimezzarono, le rendite signorili calarono ed esplosero numerose rivolte popolari. Ma l’arrivo della peste causò anche altri effetti: si rimescolò la popolazione poiché molti si trasferirono in città; il costo della manodopera aumentò mentre quello dei cereali calò; campi poco produttivi vennero abbandonati e le attività e le colture furono diversificate; migliorarono le condizioni di vita. Questi cambiamenti portarono ad un aggiornamento della società medioevale. Terminata la pestilenza, la Chiesa ne uscì ricca grazie all’eredità di molte vittime, ma divenne meno credibile poiché non riuscì a dare una spiegazione sul perché Dio le avesse punite così duramente, ma anche per l’assenza di aiuto nei confronti della comunità. Questo comportò l’aumento di sette mistiche e movimenti di riforma. La differenza tra le classi sociali era inesistente, il nemico era uno solo e comune a tutti, chiunque si ammalava. A prescindere dalle cause e dalle conseguenze, la Peste Nera ebbe un forte impatto nell’Europa medievale, sconvolgendola radicalmente, al punto che ci vollero alcuni secoli per far sì che la popolazione tornasse alla densità di una volta. La tragedia della peste mise in crisi le concezioni medievali e la stessa fede, portando cambiamenti che aprirono le porte al Rinascimento. Non si trattò più solamente di una pandemia, ma di un vero e proprio crinale nella storia europea.