di Irene Teresa – Negli ultimi decenni del Novecento la democrazia nell’era della globalizzazione ha lanciato nuove sfide etico-politiche a proposito delle condizioni di ineguaglianza e ingiustizia esistenti fra gli uomini e sulla loro stessa libertà a partire dalle differenze “…Di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
E’ proprio l’art. 3 della Costituzione Italiana che sancisce il diritto di opportunità e di uguaglianza che, tuttavia, sembra aprire un dibattito tra uguaglianza formale e sostanziale. I nostri Padri Costituenti hanno voluto evidenziare che lo Stato non può limitarsi ad affermare un principio, ma deve anche attuare le condizioni perché esso si realizzi concretamente. Ciò nonostante, questo spirito viene disatteso e allora bisogna riscoprire temi etico-politici per argomentare a favore della difesa di una equa libertà, della giustizia sociale in una società che sembra accettare ormai come inevitabili le condizioni di ingiustizia esistenti tra gli uomini. Cioè, la Costituzione e le leggi dello Stato sono messi a dura prova dai fatti, dalle violenze e dalle idee di individui, gruppi e forze politiche. Insomma, si rende necessario fare forti scelte etiche prima ancora che politiche, secondo coscienza individuale e indipendentemente dalla propria condizione personale di vantaggio o svantaggio, di sesso o di razza.
Nella lettera dell’8 marzo 2020, rivolta agli studenti e alle studentesse, la ministra Azzolina mette insieme concetti carichi di significato: libertà, uguaglianza, valorizzazione della diversità, pari opportunità e richiama alla necessità di combattere ogni forma di discriminazione e pregiudizio, nel principio del “ rispetto” che non è un concetto innato, bensì una cosa che si impara attraverso lo studio della storia. L’8 marzo è solo l’occasione per un appello alle coscienze. Liliana Segre, donna ed ebrea, testimone di una tragedia della storia mondiale, rappresenta un monito per ogni studente a vivere secondo i valori della Costituzione, sui quali è improntata la Scuola Pubblica Italiana, che tende a formare uomini e cittadini, consapevoli e critici, responsabili e giusti. L’invito ad ascoltare la senatrice citata è un invito a riconoscere l’importanza dell’apertura, del dialogo, è mettere l’etica e la vita umana prima della stessa politica, porli come valori assoluti. Il filosofo Levinas scrive che il volto dell’altro è già un appello alla responsabilità, anche se è un volto malato o nero o in fuga o sofferente o di donna.
Purtroppo, la realtà del mondo contemporaneo è, invece, una realtà di ignoranza della storia e dei valori umani ed ecologici. Femminicidi, torture, guerre e, non ultimo il covid 19 e la triste condizione pandemica, testimoniano che l’uomo ha smarrito ogni senso e non si orienta più nel mondo. Hans Jonas definisce la “responsabilità” come la cura per un altro essere, per la cura del mondo: questo dovremmo imparare e questo dovremmo volere e per questo ogni giorno dovremmo lottare, fino alla fine.