–-di Angelo Alfieri IID –
L’ affetto ritrovato
Al Vomero viveva una famiglia formata da madre, padre e due figli maschi. I genitori erano liberi professionisti, lavoravano tutto il giorno e tornavano a casa solo la sera. Il figlio più grande di nome Marcello era ormai nella fase adolescenziale ed aveva un carattere molto scontroso, basti pensare che era sempre in conflitto con i genitori, in casa non parlava mai con nessuno, non si occupava mai del fratellino, era indolente, aveva sempre le cuffiette nelle orecchie e aveva sempre gli occhi fissi sul cellulare. Il fratello di nome Davide invece era un pò più piccolo e aveva un carattere molto diverso: era molto dolce, ascoltava ciò che gli dicevano i genitori ed era sempre rispettoso verso di loro. Soprattutto Davide cercava l’affetto del fratello, in cui vedeva un eroe perchè aveva la fidanzata, usciva molto spesso e usava i social sul cellulare. Marcello però non gli trasmetteva affetto ma anzi lo ignorava totalmente, basti pensare che gli chiudeva le porte in faccia. Verso la fine di gennaio si iniziò a diffondere una notizia proveniente dall’estero che riguardava un virus che in Cina stava causando molte vittime,ma in Italia la situazione sembrava tranquilla perchè si pensava che mai il virus avrebbe potuto condizionare e sconvolgere gli Italiani, i quali infatti continuavano ad uscire spensierati e tranquilli. In casa Esposito tutto andava avanti normalmente anzi l’adolescente continuava ad uscire anche più di prima. Con il passare del tempo, il virus avanzava da Est verso Ovest e prestò arrivò in Italia, dove si verificaronono i primi contagi. A Napoli però si continuava ad ignorare il pericolo e Marcello come tanti altri ragazzi della sua età continuava a uscire e a non interessarsi minimamente della cosa.
All’improvviso tutto incominciò a precipitare, il Sindaco di Napoli iniziò a emanare una serie di provvedimenti che ordinavano la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e dopo ancora tutta l’Italia dovette fermarsi in seguito a un decreto emanato dal Presidente del Consiglio. A quel punto, Marcello fu costretto a rimanere a casa e vuoi o non vuoi a relazionarsi con i suoi familiari. All’ inizio si era chiuso nella sua stanza ma successivamente iniziò ad annoiarsi e a ricercare all’ interno della sua casa qualcosa o qualcuno con cui impiegare il suo tempo e soprattutto che riempisse il vuoto che aveva intorno. Pian piano iniziò a lasciar entrare il fratello nella stanza e a fargli vedere i compiti. Giorno dopo giorno riscopriva la tenerezza del fratellino e cominciò ad apprezzare che Davide avesse tanto bisogno di lui e lo considerasse un eroe e per questo in quei terribili giorni Marcello imparò l’ importanza degli affetti veri, di guardarsi negli occhi, di parlare e di ascoltare i bisogni degli altri. In breve egli capì che aveva perso tanto tempo e che alla fine di quel brutto periodo, avrebbe cambiato le sue abitudini e avrebbe vissuto tante esperienze assieme al suo fratellino.
p.s. i personaggi sono frutto della mia fantasia e ogni riferimento a persone o situazioni è puramente casuale.